Expo 2015, un'occasione per l'Italia?

Tra alterne vicende e i soliti ritardi è ripartita l’avventura dell’Esposizione Universale di Milano 2015, che avrà il tema della sicurezza alimentare e tratterà di tecnologie, innovazione e cultura, di tradizioni e creatività legate al settore del cibo. Connessi a questi temi ci sono quelli della bio-diversità, del rispetto per l'ambiente - ecosistema dell'agricoltura- la qualità e la sicurezza quindi l’educazione alla nutrizione. E’ facile vedere la strettissima connessione tra questi temi e quello della qualità dei territori, in senso globale, nel momento in cui questo significa garantire la qualità della vita delle persone. E’ una sorta di continuità ideale con il tema svolto a Saragozza nel 2008 che riguardava l’acqua, risorsa sempre più preziosa non sempre adeguatamente protetta, e quello di Shanghai nel 2010, il cui tema era Better city, better life (Città migliore, vita migliore). Come si vede tutti temi riferibili ai processi di urbanizzazione, al consumo del suolo e all’uso delle risorse indispensabili alla vita, da più equamente distribuire.
Legato a queste manifestazioni c’è l’aspetto dell’avvio di importanti fenomeni di riqualificazione dei bacini territoriali interessati, a volte estesi all’intera Nazione: l’enorme afflusso di visitatori, provenienti da tutto il mondo, ha in sè la possibilità di un vero e proprio shock economico che, se ben sfruttato, può rilasciare i suoi positivi effetti diretti e indiretti per molti anni. E’ avvenuto sin dalla prima Expò che si svolse a Londra nel 1851, in piena epoca vittoriana, e che influenzò le arti, l'educazione, il commercio e le relazioni internazionali. Si ingenerò già allora una positiva competizione internazionale per cui in ogni edizione si è vista la gara tra le varie nazioni per meglio figurare e sfruttarne i benefici connessi; anche nel campo dell’architettura, visto che ogni Paese partecipante realizza i propri padiglioni con l’aiuto dei più importanti architetti e i migliori progetti. Abbiamo dato, come Italia, sempre una buona prova: a Shanghai, dove il Padiglione Italia mostra le nostre eccellenze ai numerosi turisti che tutt’ora lo visitano giornalmente; anche nel passato, con il quartiere Eur realizzato per la mostra del ’42, non svoltasi causa la IIa Guerra Mondiale e, prima ancora, nel 1906 sempre a Milano, della quale ci restano le attività della Fiera Internazionale.


Ora si ripresenta l’occasione, in un Paese stretto dalla recessione, con un contesto ambientale e urbano in moltissime parti degradato e danneggiato dai troppi disastri annunciati e dimenticati, dove una bulimia normativa e burocratica rende incerto ogni percorso. Eppure, facendo uno sforzo di fantasia e volontà, potremmo creare le condizioni di una messa in sistema del Paese riprogrammando le sinergie tra i tanti tesori (il nostro petrolio) che possediamo e da riconnettere fisicamente e virtualmente: giacimenti storico artistici, paesaggistici, eno-gastronomici, non aspettano altro che di essere valorizzati per diventare, finalmente, un potente volano di sviluppo sostenibile. La responsabilità non spetta però al solo Governo Centrale, spetta a tutti i gradi dell’Amministrazione pubblica, alle Imprese, ai singoli cittadini ognuno per le proprie competenze e comportamenti. Abbiamo in sostanza l’occasione per invertire una rotta non proprio felice e riprogrammare con più fiducia il nostro futuro. Basta un pò di visione e coraggio.
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