Non si è fatto in tempo a finire di commemorare le vittime dell’Abruzzo che già l’Italia tutta deve piangere i morti nel fango nella costa ionica siciliana. Le vittime dei disastri sono tutte uguali, solo che quelle siciliane sono un pò meno uguali delle altre, almeno per certi ambienti. Infatti per queste morti, per i loro familiari, almeno in una prima fase, si è fatto riferimento al “colpevole “ abusivismo, alle case costruite sul greto di torrenti. Non solo, ma c’è stato chi non ha esitato ad approfittare di questa disgrazia per speculare e rinfocolare assurde polemiche per rilanciare l’avversità preconcetta su alcune infrastrutturazioni o quella, questa volta in parte giusta , sulla cementificazione selvaggia.
La verità è che di case “ abusive”, in senso tecnico, non v’è ne erano poi così tante, mentre le condizioni di instabilità dei versanti collassati erano ben note, e da tempo. Ed allora, se di abusivismo dobbiamo parlare, non è alle case che dobbiamo solo riferirci, ma dobbiamo rivolgere la nostra attenzione a quello della politica. Dobbiamo pensare all’abusivismo delle pianificazioni mai fatte o mal fatte, perché affidate agli amici degli amici, perché affidate a tecnici forse non adeguatamente preparati o disattenti.
Dobbiamo pensare alle opere di manutenzione del territorio non previste o, se previste, mai eseguite perché, come ha detto Bertolaso, è stato considerato più redditizio politicamente investire in sagre paesane o feste patronali piuttosto che nella bonifica di versanti e alvei di torrente.
Abusivismo è anche il modo di intendere la professione che porta ad accettare ogni tipo di incarico, anche quello di costruire a margine di un torrente, “ tanto è zona edificabile”, in nome di una visione formalistica e non sostanziale verso cui il sistema delle regole e lo spirito della loro applicazione porta e che su queste pagine tante volte abbiamo evidenziato. Abusivo è l’atteggiamento di considerare che chiunque possa progettare e costruire case e territorio, in modo economicamente ed intellettualmente “low cost” . Ecco questo è forse il vero abusivismo che non è diverso rispetto a quello che ha visto una signora aquilana piangere davanti alle rovine della sua casa crollata, forse proprio a causa di un “legale” cordolo in cemento armato realizzato in ossequio alla normativa.
Abusivo è anche quello spirito di assoluto menefreghismo ed incoscienza che porta incendiare interi costoni che ha eliminato il reticolo vegetale e radicale che costituisce l’armatura resistente dei suoli e che nessuno si è preoccupato di ricostituire rapidamente.
Abusivo, o meglio incosciente, è l’atteggiamento di chi non ha atteso neanche che i morti fossero tutti ritrovati per specularvi protestando contro il Ponte sullo stretto, la cui realizzazione, al contrario, costringerà a mettere mano ad una vasta opera di messa in sicurezza di una larga fascia di territorio della costa ionica e calabrese.
Altrettanto abusivo è l’atteggiamento che porta pensare di modificare, bloccare , accelerare, a seconda dei casi, l’iter di norme e regolamenti perché quest’azione comporta un certo tipo di “utile” politico-elettorale, anche se proprio alcune di queste norme possono avviare e portare a quella rottamazione edilizia che, se ben gestita, può contribuire alla riqualificazione di un patrimonio edilizio di pessima qualità.
Riflettiamoci!