Dibattere sullo sviluppo del territorio in cui si vive è un diritto, anzi un dovere, soprattutto quando lo si fa non per interesse personale ma avendo a cuore quello collettivo. Dovremmo quindi salutare positivamente l’interesse di alcune categorie di cittadini per quello che è uno dei temi più importanti che riguardano la città nel suo complesso, cioè la sua pianificazione urbanistica. E’ quello che sta avvenendo a Catania, tra l’altro in un periodo piuttosto delicato e per tanti motivi: le tornate elettorali che tra qualche giorno e qualche tempo ci interesseranno come Nazione e come Città, la grave crisi economica e occupazionale che riguarda tutte le categorie produttive, sono temi che si intrecciano e sono strettamente correlati con le strategie di assetto del territorio e ogni ragionamento, se fatto con limpidezza e chiarezza di intenti, non può che essere utile al raggiungimento del miglior risultato.
E’ per questo motivo che faccio fatica a comprendere le posizioni espresse in merito dalla Confcommercio catanese, almeno alcune di quelle riportate dai resoconti giornalistici. Si badi bene, posizioni legittime se si entra nel merito delle singole questioni, un pochino meno comprensibili quando si propone di soprassedere, tout-court, al far proseguire il dibattito sul PRG nella sua sede naturale, e cioè il Consiglio Comunale. Specie quando, stando a questi resoconti, sembra passare il messaggio da parte di Confcommercio che Ordini e Ance abbiano preso una posizione non sufficientemente ragionata o, peggio, di parte. Sembrerebbe che la prestigiosa Associazione non abbia ben chiara la posizione di Ordini e Ance sul merito del PRG. Basterebbe scorrere i giornali dei mesi scorsi per verificare che gli Ordini (degli Architetti e degli Ingegneri) e anche l’Ance, hanno per tempo segnalato la necessità di ben comprendere i meccanismi del Piano e per questo accusati, non tanto velatamente, di volerne frenare l’iter, e abbiano in conseguenza attivato una Commissione paritetica di studio per gli opportuni approfondimenti i cui risultati sono stati di recente resi pubblici e a disposizione della collettività. Non risulta che Confcommercio abbia sentito la necessità di acquisirli o almeno discuterli.
Risultati che indicano come sia prioritario partire dalla rivitalizzazione e messa in sicurezza della città esistente, storica e non, con conseguente riduzione del consumo di nuovo suolo, come si evidenzi una previsione eccessiva di incremento demografico, altrettanto che alcuni indici e rapporti dimensionali risultino incongruenti, solo per esempio. Valutazioni tecniche che hanno raggiunto, attraverso il dialogo -anche serrato se non a tratti duro con l’Ufficio del PRG- l’obbiettivo di modificare e integrare alcune direttrici proprio sui temi prima espressi e dei quali ci si augura, al più presto, discuta il Consiglio Comunale. Non sfuggirà ad alcuno infatti che ritardare le procedure di adozione del PRG ci porterà al rischio che la nuova Sindacatura possa rimettere tutto in discussione e ricominciare, come nel gioco dell’oca, nuovamente dalla casella di partenza che, palazzi di 18 piani o no, significherebbe condannare la città ad altri anni di non governo del territorio; e questa è l’ultima cosa che dovremmo augurarci, senza dimenticare che una città ordinata, sostenibile, dell’equilibrio e della bellezza, oltre che della cultura, è una città che può rinascere, anche per il commercio.