Rappresentatività più flessibilità, il futuro della costruzione è questo

L’architettura, la costruzione, è un’attività che si concretizza attraverso la trasformazione della materia secondo una visione mediata dal pensiero, dalla cultura, dall’evoluzione della tecnica.
E’ quindi stretta la relazione tra la materia ed il pensiero architettonico.
Fino alla rivoluzione industriale l’architettura aveva in se stessa insito il concetto della durata infinita; i materiali con cui essa si estrinsecava erano quindi funzionali a questo obbiettivo di eternità; non è quindi solo un fatto contingente che essa era fatta di prevalentemente di pietra o laterizio, che riuscivano a coniugare criteri di efficacia ed efficienza testimoniati ancora oggi da costruzioni millenarie. Gli edifici erano pensati come organismi bloccati ed immutabili come lentissima era l’evoluzione dei modelli di vita e societari.
L’avvento della rivoluzione industriale, del cemento armato, della pianta libera, introdotti sul finire dell’ottocento, ha mediato il concetto dell’immutabilità con quello nascente della produzione seriale ed industriale, della necessità conseguente di un continuo adattamento dei modelli di riferimento ai progressi tecnologici, economici , via via sempre più rapidi.
L’architettura e le costruzioni, assolvendo al ruolo di contenitori rappresentativi della realtà sociale, dovevano essere più flessibili nelle funzioni e nella forma avendo come conseguenza l’uso di materiali più “leggeri” e più facilmente sostituibili sia come componenti che come organismo complessivo. Tuttavia la leggerezza funzionale non aveva ancora come corollario conseguente la rappresentatività di questa leggerezza.
Questo processo ha subito una progressiva evoluzione facendo sì che oggi proprio la rappresentatività di questa leggerezza e flessibilità rappresenta la sfida cui è chiamata l’architettura contemporanea.
Le nuove architetture tendono a svincolarsi dal peso della gravità terrestre rappresentando con la loro forma questo desiderio. I diaframmi tra lo spazio interno e quello esterno diventano virtuali, trasparenti, e questa trasparenza ha bisogno di ridurre, annullare, gli elementi che comunque ne consentono la stabilità. I materiali principi che consentono questo processo sono antichi, l ‘acciaio e il vetro, ma usati un modo filosoficamente nuovo, sfruttandone le doti di efficacia ed efficienza che il progresso tecnologico permette di sviluppare ed enfatizzare.
Con in più un’ulteriore possibilità; infatti la consuetudine all’uso delle ordinarie tecniche di costruzione con il laterizio ed il cemento armato ha permesso l’uso indiscriminato di queste tecnologie a chiunque avesse un minimo di pratica. Non possiamo dire che la qualità diffusa delle costruzioni se ne sia giovata, sia al punto di vista delle professionalità progettuali che dei costruttori.
Le difficoltà tecniche della progettazione leggera e delle lavorazioni connesse alle tecnologie dell’acciaio necessitano di un livello qualitativo degli attori ben più elevato. Spesso questo ci porta a costruzioni meglio pensate ed organizzate, e per questo, a volte anche migliori dal punto di vista del controllo dello spazio e delle sue relazioni con l’uomo.
Naturalmente ciò avverrà tanto più quando il senso della misura e della consapevolezza sarà dato costantemente presente nell’atto programmatico e progettuale.

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