Nel 1962 uno studioso americano, John B. Calhoun, condusse una ricerca su una comunità di topi che gli consentì di verificare che " quando il numero degli individui in grado di ricoprire un ruolo supera largamente il numero dei posti disponibili, la conseguenza inevitabile è la distruzione dell'organizzazione".
Come non pensare all'organizzazione " professioni tecniche" in Italia...
Uno dei segnali che possiamo già leggere è la riduzione del 40% delle iscrizioni alla facoltà di architettura e simili, un'altro è il reddito medio (circa 15000 euro ed anche meno per gli architetti) che si registra tra questi soggetti, l'altro è la costante emigrazione intellettuale, specie nel sud Italia.Ma ci sono altri segnali, anche nella P A , che i colleghi più sensibili avvertono; continuando così le cose, la crisi di lavoro e identità si ripercuoterà - già sta avvenendo- sulla necessità di avere tanti funzionari per i servizi da garantirsi all'utenza. Quindi il sistema si stà avviando, se non alla autodistruzione, ad un suo drastico ridimensionamento. Stà avvenendo, in sostanza, ( anzi è già in fase avanzata) il fenomeno della "proletarizzazione delle professioni".
Il fatto singolare è che tale infausta evenienza è stata lamentata sapete da chi? dal Presidente dell' Autorità Antitrust, cioè proprio da quell'organismo che con le sue interpretazioni delle regole sulle liberalizzazioni ( con i vari Bersani, Prodi, Monti ecc.) ne è stato il mentore. Insieme al sistema universitario che non ha fatto altro, negli ultimi anni, che sfornare migliaia e migliaia di laureati dai titoli fantasiosi e, al contempo, titolati di una più che incerta preparazione.