E siamo a quattro! Tanti sono i DDL presentati in parlamento con l'obbiettivo di introdurre l'equo compenso per i liberi professionisti; è recente la presentazione di un testo da parte dei parlamentari Quagliarello e Fucksia che va ad aggiungersi a quelli introdotti da Sacconi, Berretta e lo stesso Ministro Orlando. Senza contare le precedenti esternazioni di Cesare Damiano ed altri. Un'accelerazione dopo un decennio di denunce da parte del mondo professionale e di altrettanto disinteresse, quando non di fastidio supponente, da parte di tante forze politiche -quasi tutte.
Il problema è che questa conversione sulla via di Damasco da parte della politica stimola la produzione di numerose prese di posizione da parte di vari settori professionali, anche quelli non regolamentati (che però sono interessati dallo Statuto del lavoro autonomo), ciascuno dei quali intende porre una propria idea su chi e come può o deve accedere al compenso garantito.
Nulla di male, è la democrazia. Solo, la perplessità è che tra tanta abbondanza di DDL e di proposte si possa fare confusione e il "desiderio" di ascolto da parte del variegato mondo politico rispetto a queste istanze generi ulteriore confusione e scuse per ritardare l'adozione di un provvedimento che, oltre ad essere giusto, rappresenta il parziale risarcimento di tutta una serie di vessazioni che i professionisti hanno in questi anni subìto.