Avvertenza: questo scritto nasce da un post di @Daniele Menichini sulla “centrale di progettazione” e l’ampliamento dei servizi diretti, cui ha fatto da contraltare @Beppe Baracchi; il tema, specialistico, occupa il dibattito sulla professione di architetto/progettista da quasi tre decenni. Le modalità di affidamento dei servizi di progettazione, che nascono con la Legge Merloni degli anni '90 via via modificate dalle varie versioni del Codice Appalti, si fondano sulla necessità di "moralizzazione" del settore che, ai tempi di Mani Pulite, mise in evidenza un diffuso malcostume. Correlate alla Legge Bassanini, hanno tolto al potere politico ogni livello di discrezionalità gestionale (salvo eccezioni, anche recenti e illustri) affidandosi a criteri tecnico-matematici il più possibile oggettivi; in sostanza si è giunti alla deresponsabilizzazione delle scelte della politica, almeno nella forma. Quasi tre decenni di applicazioni han però dimostrato che le criticità sono state tutt’altro che debellate, con l'aggravante che la presunta oggettività si è prestata ad altre questioni, più subdole e coperte dalla foglia di fico del rispetto delle procedure; non ultima quella della progressiva esclusione dei professionisti meno strutturati, non necessariamente i meno preparati e capaci, cui le varie azioni del sistema ordinistico hanno cercato di porre rimedio. Ora, forse è utile partire da un aforisma di Einstein, secondo cui stolto è chi pensa di poter cambiare le cose agendo sempre allo stesso modo. Ovvio, a me pare! Poste queste premesse, le scelte discrezionali -all'interno di limiti ben definiti- della pubblica amministrazione, oltre al tema della fiducia e trasparenza posto da Baracchi, a me sembra possano riportarci ad un esercizio intimamente connesso alla gestione della cosa pubblica: l'assunzione di #Responsabilità! Scegliere un progettista corrisponde a quest'esercizio sia per il decisore che per il professionista scelto; poi entra in campo l’onestà nei comportamenti e, come sperimentato, davanti alla sua mancanza non ci sono cautele che possano dare garanzie totali. Responsabilità di cui sarebbe quindi opportuno individuare efficaci modalità di rendicontazione, sul piano della credibilità politica e tecnica: se tutti dobbiamo rispondere alle Leggi e alla Magistratura, il pubblico amministratore risponderà delle sue scelte davanti al corpo elettorale, come il progettista anche alla deontologia professionale, mentre il sistema ordinistico dovrebbe preoccuparsi di garantire una puntuale e trasparente informazione sugli iscritti chiamati ad esercitare il delicato ruolo di progettista di un'opera pubblica. E', al momento, fantascienza, ne sono consapevole, forse addirittura impossibile ma, per tornare ad Einstein, tutti sostengono che fare una determinata cosa è impossibile fino a quando non arriva qualcuno che non lo sa… e la fa! Il dibattito è proseguito con una riflessione di @Elvio Cecchini, che individua nel “familismo“, difficile da sradicare, la principale criticità dell’affidamento diretto e nel sistema Concorso, con alcune precisazioni e distinguo, una corretta modalità di affidamento, pur valutando i rischi legati al lavoro “gratuito” di molti e all’affidabilità delle commissioni giudicatrici. Sul questo tema si è sviluppato un articolato studio da parte del CNAPPC il quale, oltre ai lusinghieri risultati ottenuti dalla piattaforma ONSAI per il monitoraggio dei bandi pubblici, è giunto alla definizione di un sistema concorsuale a due fasi che sembra superare alcune delle criticità indicate da Elvio; credo però, concordando con Baracchi, che l'applicazione -entro certi limiti e modalità, anche utilizzando proficuamente le perplessità espresse dall’Anac- dell'affidamento diretto, peraltro già regolamentato e provvisoriamente ampliato dal Governo, vada egualmente sperimentata. La sua demonizzazione a prescindere sarebbe un segnale di sfiducia aprioristico indicante, tra l'altro, l'incapacità collettiva di operare con scienza, coscienza e rigore. E, ove così fosse, anche i concorsi o qualsiasi altro sistema non ne sarebbero immuni!