Nei vecchi film storici non era raro vedere scene di tortura e morte basate sullo smembramento delle persone legate a cavalli fatti correre in direzioni opposte; ai tempi dell’Inquisizione si usava la trazione su un tavolo: la disarticolazione. Nel settore professionale non c’è sangue ma il principio è lo stesso: continua infatti la lunga lotta tra chi vorrebbe esercitare una professione tecnica intellettuale e chi governa(?) questa confusa Italia. A prescindere dal colore politico! Le evidenze non mancano: da un lato centrali e centraline statali di progettazione, dall’altro tavoli di concertazione sulla buona burocrazia; la mattina si parla di semplificazione delle norme e la sera, quando si tratta di applicarla concretamente, funzioni, responsabilità, adempimenti (camurrie si dice al mio paese) vengono trasferite sic et simpliciter sulle spalle dei liberi professionisti con alcune aggravanti: nessun compenso aggiuntivo o garantito per tali nuove funzioni pubbliche ed eventuali errori -più che probabili vista la maniacale richiesta di certificazioni tra le mille e mille norme codici e codicilli- che diventano reati penali con conseguenze pesanti. Non parliamo dell’ultima invenzione (non di questo Governo, che però quì non vuol #cambiare) della E-Fattura, sulla quale il Garante Privacy ha espresso ben più d’una perplessità: in sintesi, nel parere c’è scritto -forbitamente- che trattasi di “sulenne minchiata” per dirla alla Montalbano. Qui giù invece, dalle mie parti, Assessori sbandierano l’accoglimento dei bandi tipo per le progettazioni dei Lavori Pubblici mentre, nella stanza accanto, altri approvano e rendono operativo l’Ufficio centrale di progettazione con una dotazione di personale, rispetto alle reali necessità della regione, a dir poco ridicola e non sappiamo quella di mezzi. Nel frattempo, mentre in Calabria e in Campania le Leggi regionali sulla certezza dei pagamenti, con iter velocissimi, sono state già approvate e rese operative, sempre dalle mie parti un DDL simile, presentato in pompa magna diversi mesi fa, giace non si sa in quale cassetto. Forse perché il Parlamento regionale è #impegnato nell’esitazione della nuova Legge Urbanistica Regionale della quale si sa (informativa resa non più di qualche settimana fa da un autorevole parlamentare) che al più è da considerarsi una sorta di Testo Unico tra le varie norme nel tempo accavallatesi: meglio di niente ma, nel frattempo, il territorio si degrada, la spada di Damocle di sismi e eventi eccezionali è sempre sulla nostra testa, la Società è cambiata tantissimo e noi dobbiamo lavorare con i mezzi di quando #ceranoiBeatles… Le organizzazioni dei professionisti fanno quel che possono, spesso bene a volte male, com’è naturale: si esaltano per qualche successo che darebbe speranza per il futuro, subito dopo contraddetto dai fatti. Danno la percezione di un senso di impotenza che, a mio parere, è dovuto principalmente al loro scollamento. Da un lato il sistema ordinistico, molto ben organizzato, che però è Istituzione Pubblica e quindi con possibilità d’azione entro certi limiti, da un altro la rappresentanza sindacale, troppo frammentata e per questo debole; dall’altro ancora le associazioni che nascono sul web, molto agguerrite e capaci di una diffusione capillare ma anch’esse troppo piccole, troppe e scoordinate. La somma di queste tre forze produce un risultato inferiore a quella che sarebbe l’aritmetica, mentre credo che se trovassero le ragioni per operare in sinergia, dandosi l’un l’altra forza, la crescita dell’efficacia concreta sarebbe esponenziale. Nel frattempo ci guardiamo un altro film tipo Ben-Hur, tanto, tra poco è Natale.