La cifra ha dell'incredibile! Secondo il Ministro Toninelli sono 25 (37 per l’ANCE) i miliardi di opere pubbliche da sbloccare…attraverso un decreto dalla complicatissima e lunga gestazione che, secondo il Presidente Cantone, semplifica quel che poco ha bisogno di essere semplificato, le opere più piccole. Sono più o meno due punti di PIL tra somme stanziate e non spese o non pagate, appalti assegnati e poi bloccati; miliardi, 25 (o 37), sottratti all'economia reale, alle infrastrutture, che significano meno risorse per la vita delle imprese, dei lavoratori, dei professionisti e dell'indotto, ai quali lo Stato però impone di essere precisi e puntuali nel versamento delle imposte e contributi, come se il denaro venisse dal nulla. Non a tutti però, c’è la riffa. Poi, qui in Sicilia (dove si parla di 10 miliardi in opere bloccate), ci sono anche le inefficienze della Regione che ha una massa di milioni di euro in fondi europei - anche già assegnati attraverso i bandi- e che non eroga se non con ritardi cui il Giudice dovrebbe porre più attenzione visto che, secondo lo SVIMEZ, anche qui perdiamo 2 punti del nostro PIL. Mentre il CRESME, analizzando lo stato della filiera edile con - 8 miliardi di investimenti privati e -108 nel settore pubblico in un decennio, parla di un Paese a tempo – quello del lumicino. Stando così le cose, come stupirsi se 7-800mila lavoratori (solo quelli diretti del comparto) hanno perso il lavoro e molti altri lo perderanno; come stupirsi se i redditi da lavoro autonomo si son molto ridotti, se centinaia di piccole realtà commerciali e artigianali soffrono… Non ci sarà da meravigliarsi se nei prossimi mesi altre imprese edili, piccole e grandi, chiuderanno, i Tribunali -di più quì al Sud- saranno impegnati in molti concordati o fallimenti e l'INPS in altrettante pratiche di Cassa integrazione, per chi ne può godere. Altro che PIL a +0,2! Nel frattempo ci trastulliamo tra una modifica al Codice Appalti si/ no/ forse, incasiniamo le procedure nelle zone sismiche e mettiamo in campo centrali di progettazione, che costeranno moltissimo senza concludere nulla invece di spingere verso progettazioni di qualità e indipendenti, che la stessa ANAC ritiene fondamentali. Però ci sarà il BIM!... Mentre la giustizia civile e amministrativa, come riconosciuto da moltissime organizzazioni internazionali, è tra i più rilevanti punti di crisi e di blocco agli investimenti per la sua lentezza, incertezza, farraginosità. Lamentarsi serve a poco; più utile darsi da fare con proposte concrete e non #suonare sul Titanic impegnando energie in troppe attività che in tempi normali sarebbero anche belle, ma in questi… Appartengo, in buona compagnia, alla corrente d’opinione secondo cui la normativa sui LL. PP. dopo anni e anni di continui aggiustamenti non sia più riformabile: occorrerebbe procedere ad una sua integrale riscrittura partendo da principi base orientati al raggiungimento del risultato più che al rispetto di formalismi, nel frattempo sfoltendo, di molto, la Legge vigente (nel 1865 erano stati molto più bravi), premiando la classe dirigente che produce sapendo assumersi responsabilità. Le norme edilizie e urbanistiche pure, in modo organico e soprattutto stabile per adattarle ai tempi e alle questioni che viviamo e, anche, per sottrarre la materia progettuale -le sue scelte- alle troppe ingerenze giudiziarie su ogni minimo aspetto, che hanno trasformato il ruolo del professionista tecnico in quello del giocatore alla roulette russa. Nel frattempo, sarebbe urgente anche rivisitare la gestione dei rapporti professionali e civilistici tra clienti e professionisti, riequilibrandoli attraverso efficaci -reciproche- assunzioni di garanzie e responsabilità: le definisco, ormai da anni, simmetria delle tutele. Perché oggi, contratti o non contratti, certezze di pagamento o no, entrare in un girone infernale come quello dei concordati, dei fallimenti o dei mancati pagamenti è molto facile. Più di quanto si pensi!