IL TITANIC E LE BRIOCHE

Mi apprestavo al solito esercizio di autoanalisi domenicale con l’intento di ragionare sul significato e le modalità di fare impresa ai giorni nostri; nel pensarci la memoria però è andata per conto suo, alle vicende del CSM, più che gravi, che fanno il paio con altre altrettanto poco edificanti, riguardanti altre Alte Corti, accadute nelle scorse settimane... la patria del Diritto che sembra non garantirlo più… Nel frattempo i TG ci raccontano come ci sia un singolare parallelismo tra le politiche delle due superpotenze le quali, con diverse modalità, sponsorizzano fenomeni e personaggi che agiscono per l’indebolimento della costruzione europea, i cui attuali responsabili, nel loro pervicace rifiuto di vedere l’insoddisfazione di molti popoli verso le loro politiche, chiaramente espressa, mi assomigliano molto all’orchestra del Titanic che continuava a suonare mentre la nave stava affondando…mah, vedremo i prossimi. A me par evidente che il sistema, non solo quello italiano, sia arrivato ad un punto critico. Le potenzialità dell’Europa, quale unica entità politico-economica, fanno paura, tant’è che sia gli USA di Trump che la Russia, ciascuna per proprio calcolo, cercano di applicare il modello “divide et impera”; la Cina, con la sua nuova #via della seta, cerca di inserirsi nel gioco, forte del suo enorme mercato interno ma anche della sua immensa capacità produttiva a basso costo alla quale, tra l'altro, sta preparando nuovi mercati sul continente africano. Noi, noi ci trastulliamo tra litigi e riappacificazioni, tra continue modifiche al Codice Appalti -settore nel quale l’unica cosa che si capisce è che non si capisce più nulla- ipotizziamo pagamenti alle imprese con una moneta finta mentre non affrontiamo con serietà la questione della filiera edile, che di certezze e programmazione avrebbe bisogno; ciò mentre il divario tra il Nord e il Sud del Paese si amplia, a dismisura. E lasciamo andar via i nostri giovani, i migliori. Anche nel mio mondo, quello libero professionale e della progettazione in particolare, non è che si stia meglio: Codice Appalti a parte, si susseguono norme e sentenze che, come scrivevo qualche tempo fa, hanno trasformato il ruolo dei tecnici in quello dei giocatori alla roulette russa; le semplificazioni, malgrado gli sforzi delle categorie professionali, complicano e quel moto di rivendicazione, che vide migliaia di professionisti di ogni settore in piazza il 13 Maggio 2017 sul tema dei diritto ad un giusto e certo compenso, sembra affievolito, soddisfatto dell’ottenimento di alcuni provvedimenti locali che hanno recepito -parzialmente- alcune delle istanze; a macchia di leopardo però, come se i professionisti italiani non avessero tutti medesimi diritti. In effetti, tranne che per aspetti meramente fiscali e di facciata, che certo hanno molto appeal per la parte meno accorta del mondo professionale ma che rischiano di creare più danni che opportunità, il lavoro intellettuale autonomo, la sua evoluzione, il suo sviluppo quale principale motore della competitività del Paese, non è nelle agende della politica. Chissà perché mi balena davanti agli occhi Maria Antonietta di Francia…mentre balla sul Titanic mangiando una brioche.

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