Terremoto, l'emergenza continua

E’ una triste, stanca, consuetudine. Ogni anno, a volte più volte, vi racconto di un qualche disastro: un terremoto, un’alluvione, un crollo improvviso … e continuo a raccontarvi di come sia urgente, necessario, possibile mettere in sicurezza le nostre città, il territorio, per non vedere ancora una volta i volti smarriti dei sopravvissuti tra calcinacci e macerie, i volti distrutti dalla fatica dei primi soccorritori, i volti compunti dei commentatori delle TV che ci raccontano con enfasi sia il disastro che il casuale miracolo di qualcuno salvato all’ultimo secondo … quante volte ormai abbiamo vissuto queste scene. Ancora fino a qualche ora fà la terra ha tremato, in Emilia come sui Nebrodi o sul Pollino, solo per cintare alcuni tra i 15 eventi registrati negli ultimi tre-quattro giorni; regioni e territori già colpiti pesantemente alcuni dei quali, vedi l’Aquila e l’Abruzzo, devono veder ancora rinascere il luogo fisico della comunità e ciò non è strano se si pensa che alcune ricostruzioni non son del tutto complete dopo cinquant’anni dall’evento, purtroppo.
A ogni disastro, a ogni calamità però, la Nazione si mobilità: la grande macchina del volontariato si attiva, quasi automaticamente e, se per l’alluvione di Firenze da tutt’Italia e tutt’Europa arrivarono i ragazzi con sacchi a pelo e badili che poi vennero chiamati “gli angeli del fango”, a ogni evento la solidarietà si è meglio strutturata, organizzata sia pure in modo leggero, fino a diventare una vera e propria “guardia nazionale” che è in grado di supportare la nostra Protezione Civile –tra le più efficienti al mondo- dimostrando come sia in grado di gestire efficacemente sia la fase acuta delle emergenze che il dopo. In questo arduo compito un altro supporto viene dalla rete degli Ordini professionali degli Architetti i quali, da qualche tempo, hanno avviato i presidi di Protezione Civile, formando con appositi corsi dei professionisti volontari in grado di intervenire dopo l’evento per verificare la sicurezza di strutture e fabbricati. Si è cominciato con l’Aquila si è proseguito con l’Emilia, e qui mi fa piacere ricordare come la comunità degli architetti catanesi si sia distinta inviando alcuni colleghi appositamente formati, e che sono sempre a disposizione della Prefettura. Hanno fatto insieme a tanti altri un lavoro faticoso, donando il loro tempo, e ora arriva il riconoscimento dello Stato: tutti sono stati insigniti di una speciale benemerenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Regione Emilia, ma credo che la benemerenza maggiore sia quella che risiede nel loro animo, generoso e altruista.


E però, mi chiedo perché questo Paese abbia bisogno sempre di “eroi”. Perché si debba andare spalar macerie o fango, perché si debba piangere tante vittime, quando sappiamo i gravi rischi che corriamo e potremmo investire una parte delle risorse necessarie (sicuramente molto meno) a lenire i disastri per programmare la messa in sicurezza del nostro territorio. Abbiamo così tante professionalità spendibili e, per il loro numero, addirittura esportabili visto l’alta competenza di cui sono dotate. A ben vedere anche le risorse economiche. Lo si sostiene da molte parti, da molto tempo, secondo varie ottiche e declinazioni, fino alla stanchezza… ma, come mi ricordava un amico su facebook…repetita iuvant .
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