La riconquista del lavoro «perduto»

I dati sullo stato delle professioni tecniche misurati dal Cresme, desolanti nella loro crudezza, ci dicono come sia indispensabile indirizzare tutti i nostri sforzi verso quella che purtroppo possiamo definire una vera e propria lotta per la sopravvivenza del mondo delle costruzioni, che è tanto più dura quanto più al sud del Paese guardiamo. Sforzi che devono partire dalla consapevolezza che su questo mondo agisce una pluralità di fattori: il grande numero di professionisti rispetto alle potenzialità del mercato; le inefficienze del sistema normativo-burocratico; la saturazione del mercato del “nuovo” e l’esigenza di non consumare più nuovo suolo; l’enorme peso fiscale che grava sull’economia reale; la crisi del credito; una pluriennale disaffezione verso i temi della qualità e della responsabilità verso l’ambiente, verso il paesaggio e l’architettura, che poi è disaffezione verso noi stessi.
mobile spy softwareGravi criticità che possono trasformarsi in altrettante opportunità: solo a ricordarsi che il mestiere del progettista è quello di governare fenomeni complessi operando con una visione globale.

E allora, progettando la rinascita di questo mondo, ecco alcune azioni che potrebbero intraprendersi:
Il carico fiscale può relazionarsi con la necessità di una poderosa opera di riqualificazione delle città. Si tratta di immaginare azioni per cui si incentivino seriamente gli investimenti anche attraverso una tassazione inversamente proporzionale, fino a farla tendere a zero, al raggiungimento di adeguati parametri di sicurezza, sostenibilità e qualità del costruito. Bisogna concretamente misurare quale sia il vantaggio di queste azioni relazionandolo alla riduzione della bolletta energetica che il Paese globalmente paga ogni anno e ai ciclici costi che sosteniamo per ricostruire interi pezzi della Nazione a seguito di calamità naturali.
Si può agire perché il sistema della finanza e delle banche valuti i termini di guadagno relativi all’apertura del credito in questo settore, proponendo sistemi di finanziamento legati ai risparmi conseguenti a queste azioni, misurando i consumi e i rischi ante riqualificazione con quelli post riqualificazione e trasformare parte di questo spread in ritorno economico e garanzia per il sistema bancario, anche con riferimento ai vantaggi fiscali conseguiti.
Si può trasformare il problema del grande numero di progettisti in risorsa spendibile, investendo su una comunicazione, pubblicitaria se volete, fatta in maniera scientifica: non mancano, nel nostro Paese, esperti in marketing e advertising capaci di mettere in luce i lati positivi sulla qualità della vita, oltre che sul piano economico, che derivano dall’avere progetti e realizzazioni in qualità .
Dobbiamo immaginare una soluzione al conflitto di competenze, per esempio proponendo incentivi alla formazione di Società professionali proporzionalmente crescenti in ragione del loro grado di multidisciplinarietà.

Bisogna agire quindi come delle lobbies, una volta tanto uniti, nella proposizione di queste istanze alla Politica, che tanto potranno avere successo quanto più saranno sostenute dal “basso”, dalla società civile. La complessità delle azioni necessarie citate, ci dice che abbiamo bisogno di un approccio maggiormente scientifico e specializzato; il percorso sembra si sia avviato. Non ci resta che dargli forza.

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