Sono tentato di iniziare quest’articolo con una serie di improperi nei confronti del sig. Calderoli e del Governo di cui fa parte. Mi tratterrò per cercare di svolgere un ragionamento. Dunque, il simpatico leghista ha pensato bene, nella sua funzione di semplificatore normativo, di proporre l’abolizione del titolo autorizzatorio per le opere di manutenzione straordinaria: il chè significa che un qualsiasi cittadino può procedere a demolizioni di tramezzi, rifacimento di impianti, spostamento di porte ecc. senza alcuna forma di assistenza e controllo tecnico. Qualcuno esulterà per questa grande intuizione, peccato che, specie nelle costruzioni storiche ed in muratura, l’apparato murario che si potrebbe tranquillamente manomettere svolge nella gran parte dei casi funzioni portanti; peccato che questi interventi per così dire fai date si potrebbero eseguire sia in edifici monofamiliari che in palazzi pluri-piano: con quali rischi e conseguenze anche uno sprovveduto può facilmente immaginare. Ora questo signore (è quello che voleva di nascosto abolire il sistema ordinistico attraverso il decreto taglialeggi di qualche mese fa) è componente di quello stesso Governo che all’indomani del sisma che ha colpito l’Abruzzo ha repentinamente anticipato l’entrata in vigore di una normativa antisismica molto restrittiva ed a volte anche cervellotica. Fà parte di quella stessa compagine cui appartengono Brunetta e Sacconi i quali, non più di qualche settimana fa, hanno cercato l’applauso dei professionisti sostenendo che ad essi vanno attribuiti ulteriori compiti a supporto del sistema statale e hanno contribuito, con il loro impegno e sacrificio, a rendere meno pesante l’impatto della crisi su cittadini ed imprese. E’ tuttavia quello stesso Governo che stà reintroducendo l’obbligo per le P.A. di avvalersi solo dei loro uffici per redigere i progetti delle Opere Pubbliche eliminando del tutto una larga fetta del già asfittico mercato dei servizi tecnici.
E allora cosa pensare, che sono degli sprovveduti? No, io penso a questo punto che vi sia un disegno trasversale per indebolire fino all’esaurimento la classe dei professionisti, tecnici, in particolare. A chi gioverebbe tutto ciò? Sicuramente non alla società ed ai cittadini; forse ad un certo ambiente confindustriale che avrebbe mano libera nella gestione del mercato edilizio ed infrastrutturale coi i professionisti tecnici ridotti al ruolo di sudditi obbedienti? Forse questa finta semplificazione, che è invece anarchia assoluta alla faccia della qualità del territorio, è ritenuta un mezzo per procacciarsi qualche incosciente voto in più? Onestamente non lo so. Quello che so è che da Berlinguer a Bersani passando per Catricalà ed ora il Governo Berlusconi, l’azione è una ed una sola: far morire la libera classe tecnica italiana e con essa il patrimonio di competenza, libertà e professionalità che essa rappresenta. Quello che so è che in questo quadro preoccupante i Consigli Nazionali, che dovrebbero rappresentare questi interessi, generali e non particolari, si contraddistinguono per la loro debolezza di contrasto quando non vera e propria inerzia. Mi auguro che politici più accorti faranno fallire questo disegno perverso e si avvii una vera semplificazione normativa ed un reale percorso di riconquista della qualità italiana e della dignità dei lavoratori della conoscenza, anche mandando a casa rappresentanti che hanno dimostrato di non meritare la nostra fiducia.