Giustizia ed evoluzione delle leggi

Questa Legislatura si stà  caratterizzando per gli accesi dibattiti sulle riforme del pianeta Giustizia, per gli uni volte a rendere il sistema efficace ed efficiente, per altri volte a risolvere problemi personali del Premier.  Alcune delle proposte hanno focalizzato l’attenzione sulle modalità organizzative  del corpo dei magistrati, mentre si trascura, a mio avviso, la parte  relativa alle Leggi ed anche ai riti procedimentali cui i magistrati  inquirenti e giudicanti, piaccia o non piaccia, devono attenersi.

A questo apparato, a volte obsoleto, devono farsi risalire molte delle inefficienze e delle incongruenze riscontrate.

Prendiamo, solo per esempio, il caso dei parcheggi scambiatori nella città di Catania. Annunciati qualche anno fa con grande enfasi si sono bloccati a seguito di sospetti illeciti, con grave pregiudizio per la funzionalità del sistema città e grande degrado indotto all’immagine urbana, causa la presenza di un cantiere/voragine aperto in un ambito sensibile dell’affaccio a mare.

Con l’attuale sistema, stante il quadro prefigurato di irregolarità nell’assegnazione ed esecuzione delle opere, da dimostrarsi, l’azione giudiziaria non poteva svolgersi se non come si è svolta: indagati, sequestro del cantiere, blocco dei lavori, per il tempo necessario all’accertamento delle eventuali responsabilità  cui far seguire l’azione sanzionatoria.

Stallo che richiede  tempi lunghi per la delicatezza della materia ed anche per via  delle difficoltà cui la cronica mancanza di adeguate risorse umane ed economiche costringe l’amministrazione della Giustizia.

Ecco, in casi come questo l’unica  certa punizione la subisce la collettività e questa dipende in parte dall’inadeguatezza del sistema delle regole. Infatti, nel caso in cui le responsabilità saranno dimostrate, fra x anni i colpevoli pagheranno, forse, ma certamente la città avrà comunque subito il danno derivante dalla ferita incancrenita sul suo tessuto. Se, al contrario, verrà dimostrata la legittimità dei comportamenti, al danno grave subito dagli indagati sempre e comunque si aggiungerà il danno già subito dalla città, questo non risarcibile.

Ciò fa sospettare che, in casi come questo, norme e procedimenti necessitano di una seria manutenzione. Non ho competenza giuridica ma se consideriamo, per ipotesi,  che le regole avessero consentito con le cautele del caso, pur nel sospetto  di irregolarità, la prosecuzione  dei lavori, quindi evitando il danno urbano, e all’avvenuto accertamento di evidenze serie l’intera opera  fosse passata nella disponibilità dell’Amministrazione pubblica o dei soggetti terzi eventualmente danneggiati, avremmo ottenuto alcune cose: il sereno svolgimento del giudizio,  evitato di protrarre nel tempo  il danno all’immagine urbana,  un effettivo deterrente ed una più che severa punizione degli eventuali colpevoli, sottoposti anche ad una sanzione patrimoniale pari all’intero valore dell’opera realizzata.

Credo che il fatto di dover investire danaro, tanto, con il rischio di vedersi sanzionati oltre che penalmente, con l’intero  corpo dell’investimento, spingerebbe soggetti non ben intenzionati a maggiore correttezza. E’ un po’ il concetto, questa volta positivo, di una certa cultura giuridica anglosassone che più che a leggi formalmente severissime tende al rispetto sostanziale delle regole e a conseguenti efficaci sanzioni.

 

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