Avete potuto leggere, nelle scorse settimane, dell’attività che la Commissione Urbanistica stà svolgendo in merito alla proposta degli Ordini tecnici catanesi circa l’anticipazione della revisione del Regolamento Edilizio rispetto a quella del fantomatico Piano Regolatore della Città.
Si tratta, secondo una pertinente similitudine del Presidente Ance, di somministrare un farmaco di sostegno ad un malato grave, se non ancora terminale, qual’ è Catania anche dal punto di vista dello sviluppo urbanistico; malato grave che ha comunque bisogno di un intervento risolutore, come può essere un nuovo strumento di pianificazione, senza il quale non vi possono essere prospettive di sviluppo e miglioramento, anche in termini di qualità della vita. E quanto sia grave questo malato lo dimostra, notizie di stampa alla mano, la dichiarazione dell’Assessore all’Urbanistica che ha individuato, tra i motivi di ritardo nella definizione del PRG, le riflessioni delle Ferrovie circa la soluzione della linea ferrata cittadina nel tratto tra la Stazione ed il Castello Ursino. Come dire che la Città rinuncia a rivendicare il suo diritto all’autodeterminazione, sia pure in rapporto alle condizioni di contorno, ed abbia abdicato questo suo naturale diritto ad interessi che, pur importanti, sono comunque di parte.
Si darà responsabilità di questo stato di cose alle Leggi, alle difficoltà della Politica, ai tecnici, fatto stà che esiste un altro modo di gestire l’urbanistica di una grande città e non vi è bisogno di guardare all’estero per averne esempi.
Basta andare a Genova: l’Amministrazione comunale ha fondato l’Urban-Lab, una struttura tecnica pubblica che ha come suo compito quello di studiare la trasformazione urbanistica della città secondo un approccio interdisciplinare, dove vengono affrontati i temi urbani strategici, quelli delle infrastrutture, quelli relativi all’ambiente ed al patrimonio storico-culturale. Non solo, ma ha anche il compito di comunicare ed informare sulle scelte che vengono operate, rendendo tangibile quel processo di democrazia urbana di cui a volte ci si fregia senza mai praticarlo concretamente.
Esiste in questa struttura un luogo di confronto, il tavolo delle idee, cui partecipano il Sindaco, i dirigenti dell’Amministrazione insieme ad architetti ed urbanisti di valore, che ha il compito di individuare le linee strategiche fondamentali del Piano Regolatore Comunale, con la dovuta attenzione alla sostenibilità delle trasformazioni del tessuto urbano consolidato, valutando al suo interno i grandi progetti di trasformazione. Questo tavolo si riunisce una volta al mese ed analizza anche il lavoro di ricerca svolto da uno staff di giovani progettisti che operano sotto la supervisione di un esperto. Per un certo periodo quest’esperto si è chiamato Renzo Piano , ideatore della struttura, ed adesso si chiama Ricky Burdett.
Che sia stato considerato l’Urban-Lab uno strumento importante lo si evince anche la scelta di dotarlo di una sede prestigiosa ed affascinante, una grande imbarcazione ormeggiata nella darsena del porto, testimoniando anche, con questa sua collocazione, il rapporto vivifico che esiste tra Genova ed il mare. Un luogo aperto “alle idee ed alle persone” dove cogliere le esigenze della città e dei suoi abitanti senza segreti. Come da noi, che a volte dobbiamo accontentarci di apprendere notizie fondamentali sulla nostra realtà anche “per sentito dire”.