Ogni progetto ha un colore. Politico

Nell’ultimo scorcio d’estate le pagine dei maggiori quotidiani nazionali sono state occupate dalla querelle relativa alla realizzazione di un parcheggio sotterraneo sotto la collinetta del Pincio a Roma. Per capirci l’altura che sta di fronte a Piazza del Popolo , alla confluenza di via del Corso , via di Ripetta e via del Babuino.

Quest’opera, promossa dalla giunta Veltroni ha subito, come sempre accade in Italia, una sorta di stop and go, strattonata tra i veti ed gli allarmi dei fautori della conservazione a ogni costo , di quelli che paventano la distruzione di preziosi reperti archeologici e le perorazioni di chi invece ritiene le necessità della città, tra le quali l’eliminazione del tappeto di auto in sosta certamente non è secondaria, a Roma come in altre realtà inclusa la nostra.

Cicchitto, capogruppo del PdL alla Camera ha definito l’opera “inutile” e deturpante uno degli scorci più suggestivi di Roma sostenuto da Sgarbi,  pur se anche la Soprintendenza archeologica ha valutato che solo il 40% dell’area occupata è interessata da preesistenze archeologiche.

Al contrario, illustri studiosi come Adriano La Regina, sostengono che c’è un modo per realizzare queste opere, entrando nei colli della città orizzontalmente, e non dall’alto, cosa che consentirebbe di superare i primo strato di quindici metri entro il quale sono sedimentate le preesistenze archeologiche più importanti. Allo stesso modo Fuksas che, forte della sua esperienza, suggerisce di inglobare i reperti nei singoli progetti, trasformando un tesoro nascosto nelle viscere del terreno in un tesoro visibile ed inserito organicamente nella struttura del progetto.

Lo stesso Veltroni, attuale capo del PD, scrivendo un’accorata lettera al Corriere della Sera, dice che la vera questione morale è quella di liberare dalle auto il tessuto del centro storico e stigmatizza il comportamento di una destra dei “veti e dei dinieghi pregiudiziali”, citando l’esempio di Place Vendome a Parigi dove esiste un parcheggio sotteraneo.

Da questo esempio , tutto italiano, possiamo trarre alcune riflessioni;

La prima è che si diventa progressisti e votati al futuro o viceversa conservatori integralisti a seconda del colore politico di chi ha promosso l’iniziativa. Non sono lontane le proteste ,ad esempio, per il piano parcheggi proposto dalla ex giunta di centro destra a Catania, da parte del centro sinistra che ha evocato per quest’iniziativa scenari apocalittici. D’altronde il caso Alitalia di cui apprendo, mentre scrivo, il fallimento dell’operazione di salvataggio, salutato da parte di un  sindacato notoriamente legato alla sinistra, o almeno da suoi iscritti, con grida di giubilo nè è un chiaro esempio; in fondo hanno tolto all’attuale governo la possibilità di accampare un’altro successo, non importa se sulla pelle di ventimila lavoratori.

La seconda, più consolante, è che esiste e si espone una corrente di pensiero, culturale ed istituzionale, che  rifugge proprio la cultura dei veti e dinieghi pregiudiziali: Veltroni appunto, Cacciari, La Regina , il prof.  Carandina, ordinario di Archeologia alla Sapienza, il quale ci ricorda che amare l’archeologia significa amare la vita, perchè essa interpreta il passato con gli strumenti del presente e paragona alcuni uffici e Soprintendenze alle madrasse talebane.

Sono, non i soli,   rappresentanti del buon senso e della vera cultura, cui tutti dovremmo fare riferimento.

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