I luoghi del commercio e l’evoluzione urbana

Il benessere delle società evolute si fonda anche sulla capacità di scambiare merci e prodotti. Questo processo, che si lega anche all’allargamento dei confini di riferimento dei singoli mercati oramai operanti su range che variano dalla dimensione della strada e del quartiere fino a quella planetaria, ha generato una diversificazione e dilatazione delle strutture fisiche in cui i commerci si svolgono, sino alla loro smaterializzazione attraverso internet.
Nella realtà siciliana questa fenomenologia è presente, in forma sensibile, solamente da poco tempo e quindi solo in parte è stata metabolizzata dalla società e dalle sue strutture produttive. Sono così nate ed altre ne stanno nascendo, strutture commerciali medio grandi, in cui, prima timidamente, poi con maggiore decisione, trovano integrazione spazi commerciali plurimerceologici, collaterali alla attività principale.
Si ricreano cioè, all’interno di questi contenitori, funzioni proprie della scala urbana,.
Ovviamente la nascita di queste sinergiche concentrazioni ha causato la chiusura di numerosi piccoli esercizi, a volte innescando fenomeni di degrado urbano dovuti all’impoverimento dell’economia di pezzi di città.
D’altra parte l’incremento dei flussi veicolari e di persone verso queste grandi strutture, che nel caso dell’area metropolitana di Catania si sono concentrate prevalentemente al margine Nord-Est della città, è causa di intenso traffico, intasamenti, inquinamento lungo le direttrici di collegamento, poiché l’infrastrutturazione non è stata calibrata per queste nuove funzioni.
L’Urbanistica deve quindi prenderne coscienza agendo sia sulle infrastrutture, che devono tendere alla intermodalità, sia agendo sullo studio di soluzioni che aumentino, diversificandole, le condizioni di appetibilità e refenzialità commerciale delle aree urbane per contrastarne l’eccessivo abbandono.
Anche l’Architettura gioca un ruolo importante. In ogni caso i nuovi ipermercati, le grandi concentrazioni commerciali possono sperare in una vita duratura se, attraverso una forte caratterizzazione architettonica e spaziale, riescono a diventare “luogo” riconoscibile e riconosciuto, dotate di funzioni che spazino dal commercio ai servizi ed al tempo libero, con bacino di utenza che abbracci più realtà urbane.
Una esemplificazione del concetto può essere rappresentata dal Centro Commerciale di Nola, progettato da Renzo Piano, che traendo spunto dal Vesuvio, ha pensato l’insediamento con la forma di un cratere, la cui caldera virtuale è costituita da una grande area centrale su cui si affacciano le attività; altro emblematico esempio, seppur più datato, è rappresentato dalle Halles di Parigi, quasi una città parallela che si snoda nel sottosuolo dal quale ,a volte, emerge.
Ambedue sono fatti urbanistici ed architettonici di grande qualità funzionale ed estetica, in cui la realizzazione di attività commerciali è stata pretesto e supporto per la creazione di nuove funzioni e nuovi spazi urbani che sono stati metabolizzati ed inglobati nel tessuto sociale a testimonianza della evoluzione dei modi di vita.
Allo stesso modo le aree, le strade commerciali cittadine devono trovare la forza e la voglia di diventare, di fare “sistema”, capaci di offrire anch’esse riconoscibilità ed appartenenza, essendo in questo agevolate dall’essere spesso inserite in contesti urbani già di per sé con qualificanti caratteristiche di “luogo”.

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