I nuovi cantieri per fare parcheggi, un problema pieno di interrogativi

Nelle ultime settimane giornali e tg ci hanno mostrato numerose cerimonie di apertura di cantieri per la costruzione di parcheggi nella città di Catania. Parcheggi da realizzarsi a cura di privati in aree pubbliche con il sistema del project-financing, per il quale, sostanzialmente, un privato si impegna a costruire a sue spese un’opera pubblica ottenendo come pagamento per il proprio lavoro la gestione economica dell’opera per un certo numero di anni. Intelligente sistema, in epoca di vacche magre per la finanza pubblica, per realizzare comunque servizi utili alla collettività, a costi prossimi allo zero.
Tuttavia, anche la costruzione di questi parcheggi, strutture endemicamente carenti nella seconda città della Sicilia, non ha mancato di causare più di qualche polemica: per il timore di danni ai palazzi prossimi ai cantieri, per l’inserimento all’interno di queste strutture di servizi commerciali, per le soluzioni architettoniche ed urbanistiche adottate, per le procedure e le scelte amministrative operate dall’Amministrazione Comunale e dal Sindaco nella sua qualità di Commissario Governativo per l’emergenza traffico.
Polemiche a volte più o meno condivisibili o giustificabili, a volte solo frutto della patologia che attraversa, in questo momento storico, il confronto politico a tutti i livelli.
Polemiche queste nelle quali per il momento non ci interessa addentrarci per spostare l’attenzione su di un altro punto , e cioè sulle refluenze che l’apertura di questi cantieri avrà sulla vita della città almeno nei prossimi due anni.
Perché, se da un lato l’apertura di questi parcheggi dovrebbe contribuire a ridurre la pressione del tappeto di auto che ogni giorno, come un blob di metallo, avvolge e fagocita intere parti di città, dall’altro non è difficile immaginare che sottrarre, contemporaneamente, nei punti nevralgici del network cittadino aree di sosta , sezioni stradali, slarghi e sfoghi necessari ai cantieri, nel contempo immettendo nel già caotico traffico una forte movimentazione di camion, ruspe, betoniere ed altro, porterà notevoli problemi se non il caos nel sistema delle connessioni cittadine.
Timore si ritiene giustificato perché non pare che questo aspetto del problema sia stato adeguatamente sviscerato, le cui misure compensative, ove fossero state studiate, non sono state in ogni caso spiegate alla cittadinanza.
Non si è spiegato, per esempio, come potrà ancora funzionare la zona di Corso Italia e piazza Verga, dove sorge il Tribunale e una poderosa fetta della struttura commerciale e amministrativa della città , atteso che tutta la piazza e le corsie del Corso Italia, in quel tratto, saranno interessate dai lavori.
Non si è spiegato come si potrà circolare e svolgere le normali attività nella zona di piazza Ludovico Ariosto piuttosto che alle Ciminiere o piazza Lupo.
Senza contare che le esperienze passate ed in corso, purtroppo, fanno temere che i tempi per il completamento dei lavori, per le ragioni più disparate, in genere si allungano a dismisura. Senza contare che, più o meno contemporaneamente, partiranno i cantieri per la metropolitana dalla Stazione a Piazza Duomo.
Ci auguriamo che i prossimi mesi possano fugare questi timori e che invece, chi ne ha la responsabilità, si sia posto questo problema e che a breve ci informi sulle necessarie contromisure, indispensabili se vogliamo che i sacrifici, che la comunità comunque sarà costretta a sopportare, non siano tali da comportare un collasso dell’economia cittadina che invece le opere programmate si propongono di far sviluppare.

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