Architetti a congresso in Sicilia, un’occasione per aprire scenari

Tra qualche settimana, il prossimo 12 aprile, Catania ospiterà il quarto Congresso degli Architetti di Sicilia. Tenuto conto degli avvenimenti che hanno recentemente interessato il mondo delle professioni, poteva starci che i lavori avessero riguardato, in prevalenza, gli aspetti pragmatici relativi all’esercizio economico della professione.
Invece altri sono i motivi e le ragioni che saranno dibattuti, che appartengono alla società in generale e che riguardano, sostanzialmente, la qualità del territorio e delle sue trasformazioni e come questa qualità interagisca con lo sviluppo economico e sociale della collettività.
Il Censis, in un suo recente studio, dimostra come l’Architettura sia sempre stata un elemento fondamentale di sviluppo, specie quando tiene conto delle specificità ed identità territoriali, viste come spazio vitale in cui si valorizzano le condizioni di conservazione della propria ricchezza e le capacità di attrarne di nuova.
Che la Sicilia sia uno straordinario contesto storico e geografico, centrale per lo sviluppo della cultura del bacino del mediterraneo, è un dato storico che assume ancora più rilevanza alla vigilia dell’apertura dell’area di libero scambio; riacquistare e far riacquistare questa consapevolezza alla classe dirigente della Regione e del Paese è uno degli scopi, ambizioso, del Congresso.
Questa consapevolezza non può che trovare concreta attuazione in una serie di azioni che valorizzino le particolari risorse culturali e storico-paesaggistiche del nostro territorio, obbiettivo questo che potrà essere raggiunto solo attraverso una concreta collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, dalle Istituzioni politiche e di governo, all’Università, categorie produttive, società civile. Gli Ordini professionali e le loro strutture di rappresentanza regionale e nazionale, in questo quadro, rappresentano la naturale cerniera e camera di compensazione tra le istanze generali e i luoghi della formazione e della decisione.
E’ per questi motivi che, nella naturale prosecuzione del percorso tracciato dai precedenti Congressi, Catania ospiterà e promuoverà riflessioni e confronto sul tema di una nuova Legge quadro per il Governo del Territorio, finalmente ancorata ad una reale valorizzazione delle sue qualità, che sono rappresentate allo stesso modo dalla tutela delle preesistenze e dalla promozione di un’architettura contemporanea degna di questo nome. Questa è la premessa necessaria perché la Sicilia possa anche aspirare a riconquistare il suo naturale ruolo di cerniera, fisica e culturale, tra l’Europa della produzione ed il bacino del Mediterraneo, e del Nord Africa in particolare, dei bisogni.
Non a caso il Congresso ospiterà l’Assemblea Internazionale dell’Unione degli Architetti del Mediterraneo, singolare assise dove coesistono e collaborano Paesi e culture, come Israele e mondo arabo, altrimenti in conflitto. Segno che la cultura del territorio ed i suoi operatori sono portatori di valori ben più alti della semplice costruzione di qualche edificio.
Gli esiti di questo Congresso saranno la base di partenza per il più ampio dibattito che l’Italia ospiterà nel 2008 nell’ambito del Congresso mondiale degli Architetti.
La riuscita di questi obbiettivi forse potrà realizzare, almeno dal punto di vista culturale, quel corridoio Berlino-Palermo, che il Governo Nazionale non riesce a fare dal punto di vista infrastrutturale.

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