Elogio della committenza privata, gli enti pubblici ancora passatisti

Chiunque si occupi dei problemi della professione di architetto, non perde occasione per evidenziare quante e quali siano le difficoltà del mestiere, difficoltà che si amplificano nei primi anni di attività.
Questo esercizio è talmente generalizzato da contribuire a far instaurare un clima di sfiducia e di pessimismo che è l’esatto contrario dello spirito con il quale il mestiere di progettista deve essere esercitato.
Questo diffuso pensiero negativo trova la sua nemesi nella mostra che in questi giorni, alle Ciminiere di Catania, consente di osservare un’interessante panoramica di architetture contemporanee opera di progettisti under 40 siciliani.
Merito della Provincia Regionale catanese che ha voluto l’evento creando un confronto con le opere di un affermato progettista olandese, opere alle quali non sono inferiori, anzi, molte di quelle esposte.
Certo, alcune di queste risentono di una certa rigidezza scolastica o sono un po’ troppo vicine a modelli internazionali che si possono osservare sulle riviste specializzate piuttosto che nelle grandi kermesse internazionali come la Biennale veneziana.
Tuttavia ben quaranta progetti, e chissà quanti altri ancora non hanno potuto trovare sbocco comunicativo, dimostrano una certa vitalità di pensiero che è ancora più significativa se la rapportiamo alle difficoltà pratiche, certamente esistenti, nell’esercizio della professione.
Dimostrano ancora, attraverso la distribuzione geografica degli autori, che la dimensione e l’importanza dei luoghi ove essi operano non incide più di tanto sulla qualità delle opere.
E’ sembrato al vostro cronista che le opere più interessanti esposte appartengano a progettisti della provincia di Ragusa piuttosto che siracusani od ennesi. Magari ancora non sono in grado, questi progetti, di far sistema, di rappresentare cioè la normalità dell’esercizio professionale, tuttavia costituiscono sicuramente un efficace segnale di una certa inversione di tendenza.
Si nota ancora che essi riguardano prevalentemente opere a committenza privata, il che significa che gli enti pubblici, a fronte delle procedure di affidamento che la qualità dovrebbero perseguire, tendono ancora a privilegiare sistemi e concetti da tempo superati.
E qui il ragionamento si sposta sui meriti di queste nuove ed innovative realizzazioni; a mio avviso il merito maggiore non và ascritto ai progettisti: in fondo essi hanno fatto e fanno semplicemente il loro mestiere. Il merito maggiore ed il plauso deve andare ai committenti.
Non esiste infatti opera architettonica se non vi è un committente. Questa figura, con le sue necessità, le sue indicazioni, il suo modo di essere, è uno degli elementi fondamentali di ogni progetto. Nei casi che si possono osservare alle Ciminiere si è trattato di committenti illuminati, che hanno trasmesso ai progettisti esigenze e volontà, collaborando con essi affinché potessero interpretare, ciascuno secondo il proprio linguaggio e la propria sensibilità, queste esigenze. Hanno detto cosa volevano, non come doveva esser fatto, lasciando da parte gli stereotipi ed il già visto, con il gusto di rischiare su modelli non convenzionali.
Ne ha guadagnato la forza creativa dei progetti, ne ha guadagnato anche il paesaggio con il quale quasi tutte le opere esposte riescono a dialogare felicemente, riportando l’architettura al suo ruolo di componente artificiale che nel tempo, lentamente, lo struttura e modifica.

SEDE OPERATIVA
Via Indaco, 23 (Spazio SAL)
95129 Catania - Italy

SEDE LEGALE
Via S. Gaspare Bertoni, 5
95030 Tremestieri Etneo (CT) - Italy

T +39 095 5183405
M +39 335 5266293

© 2012 Scannella Architects - P.IVA: 04042850877 | C.F.: SCN GPP 53M21 C351 E