Non si consuma acqua, la si sperpera La necessità di tesaurizzare una risorsa

Acqua, Ambiente e Clima. Scrivo l’articolo il giorno di San Valentino e stamane all’alba, un simpatico conduttore radiofonico informava “urbi et orbi” che sul suo terrazzo romano era già fiorita la bouganvillea. Stranezze del clima che, al di là delle esagerazioni di pura speculazione politica, ci fanno capire che dobbiamo occuparci della tutela del nostro ambiente, per far sì che i suoi mutamenti restino confinati nell’ambito della naturale evoluzione e non generati od accelerati da comportamenti improvvidi dell’uomo. Vero è che la scommessa sull’inquinamento e sul clima si gioca a livello planetario, vero è anche che ogni singolo uomo, ogni nucleo sociale, può contribuire al miglioramento od al peggioramento delle condizioni particolari e generali del pianeta.
Tra gli aspetti fondamentali delle risorse naturali vi è quello della gestione dell’acqua, sia intesa come bene risorsa, sempre meno disponibile per larghe fasce di popolazione, sia come elemento naturale che interagisce con l’ambiente e con l’uomo.
Molti dei macro fenomeni naturali e dei disastri a volte conseguenti hanno per causa o effetto l’acqua; assenza di precipitazioni e desertificazione latente di alcuni ambiti, eccesso di precipitazioni o modifica della loro intensità con conseguenti fenomeni erosivi o grandi inondazioni sono eventi sempre più diffusi.
La gestione di questi fenomeni planetari è competenza dei governi, tuttavia i nuclei sociali più piccoli, a scala urbana, qualcosa possono e devono fare
A cominciare da una pianificazione territoriale ed urbanistica, ma anche edilizia, più consapevole, meno egoistica, Soprattutto nella logica del risparmio di risorse idriche e nella gestione delle fenomenologia atmosferica che ci espone, specie nella zona mediterranea, a minori piogge ma di intensità sempre crescente.
Occorre quindi che le pianificazioni siano di più largo respiro, rivolte anche alla gestione delle emergenze e, quindi debbano implicare un approccio multidisciplinare.
Solo per fare un esempio, le acque di dilavamento stradale, considerate fino ad oggi acque bianche, sappiamo che invece sono un mezzo di trasporto per idrocarburi ed altre sostanze inquinanti dilavate dalle sedi stradali; necessitano quindi di apposite cautele. Come pure l’acqua meteorica è una preziosa risorsa, che per esser tale ha bisogno di adeguati sistemi di incanalamento e raccolta per il futuro riutilizzo. Aspetti certamente complessi cui non sono da meno quelli legati alla sfera edilizia. Oggi ci permettiamo ancora un consumo, ma sarebbe meglio dire uno sperpero, di acqua superiore ai duecento litri giornalieri pro capite, quando intere aree del mondo sono quasi prive di questa risorsa. Anche le nostre case dovranno adattarsi, e non è difficile, a ridurre i consumi senza con questo che si riduca la nostra qualità della vita, anzi.
Basta un po’ di accortezza e ci accorgeremo che l’acqua piovana, se adeguatamente raccolta, potrà essere utilizzata per irrigare il giardino e alimentare gli scarichi del wc.
La stessa acqua di scarico del wc, attraverso i normali sistemi di depurazione, potrà essere usata a certe condizioni, ai fini irrigui.
Ancora l’acqua del mare potrà servire a tanti usi, per esempio a produrre energia elettrica, e così, tanto per buttarla lì, le fortissime correnti dello Stretto di Messina, potranno forse un giorno produrre energia elettrica grazie all’uso di turbine sottomarine. Fantascienza?

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