Il ruolo degli Ordini professionali, necessario se giovano competenze

Provenendo da Ognina se ne vede la cupola nera del grande Auditorium; quasi un grosso inquietante scoglio a volte reso evanescente dalla foschia e dallo smog dal quale emergono i fantasmi delle antiche ciminiere. Guardandolo dalla strada se ne percepisce il pathos creativo nell’alternarsi della pietra che sprofonda in immense vetrate o nelle membrature metalliche che ne evidenziano le tensioni strutturali.
A Catania, il Centro fieristico di Viale Africa, tra una manifestazione e l’altra a fatica cerca di trovare una ragione vera di vita, di far parte con continuità del tessuto di servizio della città e della provincia.
Come in tutt’Italia , nel frattempo, tanti professionisti, ultimamente oggetto di attacchi protervi pieni di luoghi comuni e falsità, si battono per difendere il proprio ruolo, la propria dignità, la propria funzione, che è principalmente quella di servizio alla collettività essendo parte attiva del processo di sviluppo e di crescita anche dell'immagine stessa della nostra società.
Resistendo a queste strumentalizzazioni, Architetti, Ingegneri, Geologi, Avvocati, Medici, Consulenti e tanti altri ogni giorno, in silenzio e con umiltà, cercano malgrado il moloch statale e burocratico di fare il proprio dovere a servizio di tutti, e che, al di là delle specifiche competenze, è il fine comune e parallelo, nell'obiettivo di un miglioramento della qualità della nostra vita.
E perchè quindi in un ritrovato orgoglio ed in un auspicabile rinnovato patto di collaborazione con la società, non rendere più aderenti a questo fine le associazioni, gli Ordini professionali, non aumentarne il raccordo anche fisico fra questi e la città? Perchè non auspicare un maggior interscambio tra le esigenze e le istanze della società alle categorie professionali e viceversa?
Ciò potrebbe avverarsi anche attraverso un luogo simbolo di questa rivoluzione di rapporti; si potrebbe destinare, anche in parte, il Centro fieristico ad una sorta di città delle professioni, arti e mestieri, dove tutte queste organizzazioni possano trovare le proprie sedi e usufruire dei notevoli servizi di supporto che la struttura può offrire.
Senza contare che queste organizzazioni, con uno scatto di orgoglio e superando piccole contese e divisioni, potrebbero consorziarsi per assicurare la gestione e manutenzione dei locali a loro affidati, portando così a nuova vita lo sforzo creativo di Giacomo Leone, riqualificando la sua creatura con un‘attività innovativa nello spirito e nel servizio.


Potrebbe questa idea, che vuole essere solo una piccola provocazione, rappresentare fisicamente un momento di raccordo e riconciliazione tra la società e le categorie professionali che , se una volta erano vanto e momento di progresso, per troppo tempo sono state asservite a logiche di potere, prima blandite, poi demonizzate e delegittimate, ma sono strutturalmente sane , specie nelle generazioni più giovani, e vogliono rivendicare e riconquistare il proprio ruolo di elemento di progresso, riscatto e sviluppo della nostra terra.
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