Tra i problemi che affliggono le nostre città vi è certamente il caos della circolazione.
Specie nelle aree metropolitane, e Catania è una di queste, ogni mattina entrano nel perimetro urbano migliaia di auto che si aggiungono a quelle dei residenti. In questo contesto è chiaro che si sviluppano notevoli problemi legati alla congestione del traffico, alla carenza di parcheggi, all’inquinamento atmosferico, al rumore. Non manca governo, nazionale o cittadino, che non si ponga il problema e che studi soluzioni per ovviare alla situazione.
Ecco allora l’ipotesi del ticket d’ingresso, l’incremento del costo dei carburanti sul piano fiscale, come pure lo studio di tramvie di superficie, metropolitane, corsie preferenziali, parcheggi scambiatori.
Mi sembra di poter affermare come nessuno di questi, di per sé, possa essere risolutivo se non affrontiamo il problema con l’ottica della convenienza; rendere cioè il sistema di trasporto pubblico competitivo rispetto a quello privato.
Competizione che ovviamente dovrà avvenire sui tempi di trasferimento, che dipendono dalla velocità con la quale ci si può spostare da un luogo all’altro, dalla facilità e dalla rapidità con la quale ci si può servire del mezzo pubblico. Ciò che non significa impedire o penalizzare l’uso del mezzo privato del quale, al contrario, dovrà essere garantita la facilità d’uso.
Allora dovrebbero essere privilegiate le linee metropolitane interrate rispetto a quelle di superficie. Perché non consumano suolo a cielo aperto, perché hanno un bassissimo se non nullo impatto estetico ed ambientale, perchè indifferenti al traffico di superficie ed alle condizioni atmosferiche. A condizione che possano raggiungere i centri satelliti dell’area metropolitana. Qualunque cittadino dovesse spostarsi con la sua auto fino ai margini della città e quì lasciarla per accedere ad un mezzo pubblico, valuterà negativamente questa opportunità per tutta una serie di ragioni anche logistiche.
A maggior ragione non ritengo poter considerare una soluzione adeguata la riproposizione delle tramvie di superficie, perché oltre a consumare suolo e ridurre sezioni stradali già insufficienti, comunque irrigidiscono il sistema con vie prestabilite di scarsa o nulla flessibilità. Basta vedere quanto realizzato da non molto tempo nella Città di Messina, dove è stato costruito un sistema di sedi rotabili, spesso a quote differenti rispetto a quella stradale, a volte anche con pericoli di incolumità e sicurezza per auto e pedoni.
In questa logica sono utili anche i parcheggi, perchè comunque, in un sistema coordinato e sinergico, contribuiscono a ridurre il tappeto delle auto parcheggiate in ogni luogo ed in ogni dove, che snatura la percezione di spazi urbani anche di rilevante valore. Parlo, ovviamente, di parcheggi interrati o di edifici parcheggio multipiano che, se ben progettati, possono diventare elemento di configurazione estetica della città; il tutto a patto che per la loro gestione venga garantito il prevalere dell’uso a rotazione. Diversamente assisteremo ad un nuovo fenomeno di rendita urbana con scarse ricadute per una efficace gestione del sistema della mobilità.