Da questa dura contingenza tutti usciremo diversi e, come diceva qualcuno, vincerà non il più forte ma chi saprà meglio gestire e adeguarsi al cambiamento. Non fa eccezione, anzi, il mondo dell’edilizia nel quale molti fattori che si davano per scontati sono entrati in crisi: la rendita di posizione, il grande valore attribuito alle aree edificabili, una certa possibilità di accesso al credito, l’utilizzo, almeno in Italia, di tecnologie consolidate da molti decenni. Scendendo un po’ più nel dettaglio, uno dei costi che più incidono sul processo costruttivo è rappresentato dalla notevole durata dei cantieri e dai conseguenti costi fissi e finanziari da essa rappresentati. La giornata nazionale dell’albero che si è svolta recentemente ci offre il pretesto di parlare di un materiale, antico quasi come il mondo e che per molti secoli ha rappresentato uno dei principali materiali da costruzione, il legno. Se è abbastanza nota la preziosità degli alberi dal punto di vista ecologico, per la loro naturale capacità di sequestrare l’anidride carbonica, vi è forse minore consapevolezza sulla capacità di generare un positivo ciclo economico attraverso la filiera produttiva che, lungi da essere un’attività artigianale, quasi romantica, rappresenta una notevole opportunità di sviluppo sostenibile, se le risorse forestali vengono gestite in modo ecologicamente responsabile.
La ricerca di settore ha consentito lo sviluppo di sofisticate tecnologie costruttive che della “baita di montagna” non conservano nemmeno il ricordo, pur assommandone tutte le qualità positive. Che non sono poche, a partire dall’alta capacità di isolamento termico e controllo dell’umidità che, con i nuovi pannelli, raggiunge valori non paragonabili a quelli delle murature di pari spessore; oppure della insospettabile resistenza agli incendi e, più ancora, dell’innata resistenza alle forze sismiche che ne fanno le costruzioni tra le più efficienti da questo punto di vista. Ciò perché la costruzione in legno, con la sua “leggerezza” in termini di peso, si rende quasi trasparente alle sollecitazioni simiche, rispetto alle quali ha anche una notevole capacità di dissipazione vista la tipologia delle connessioni.
A questo va aggiunto, e torniamo al ragionamento iniziale, il fatto che gran parte del procedimento realizzativo di questo tipo di costruzione avviene in fabbrica, quindi in un ambiente non sensibile ai fenomeni climatici che un cantiere deve affrontare durante il suo svolgersi, dove i processi costruttivi sono molto più controllati e verificabili e la qualità complessiva del prodotto è meno soggetta a fattori esterni a volte imponderabili. Ciò determina una drastica riduzione dei tempi di montaggio in opera e senza grosse limitazioni in termini di altezza o grandezza delle costruzioni. Ne consegue che i costi di realizzazione sono assolutamente più controllabili. E, se è vero che la materia prima è disponibile in grande quantità nei paesi nord europei e, in parte, nel nord Italia, ciò non toglie che anche qui, nel profondo Sud, non si possa pensare a determinate condizioni, di sfruttarne le potenzialità. Naturalmente essendo consapevoli che il bilancio ecologico sarà un po’ meno vantaggioso, cosa che ci dovrebbe spingere a trovare soluzioni altrettanto innovative con le materie prime qui più facilmente reperibili.