Si è conclusa la prima fase del concorso internazionale per la riqualificazione di cinque piazze a Catania, evento che ha visto la partecipazione di oltre trecento gruppi di progettazione provenienti da tutt’Italia e dall’estero.
E’, forse, una pietra miliare sia per il rinnovo dell’immagine urbana della città sia per la ricerca di un diverso approccio nella gestione degli affidamenti degli incarichi per opere pubbliche. Il gran numero di partecipanti ha reso evidente la voglia generale, ed ancora di più del mondo catanese, di rinnovare, nei modi e nelle espressioni, il ruolo sociale che l’architettura ed i progettisti rivestono. Basti pensare che lo sforzo economico che i professionisti, nel loro insieme, hanno sostenuto, può misurarsi ragionevolmente in quasi un milione di Euro.
Ancora di più se pensiamo che proprio in questi giorni, la città di Catania bandirà un nuovo concorso per la riqualificazione di due aree nel quartiere di S.Cristoforo, da sempre periferia debole e degradata della città.
Tuttavia questo sforzo intellettuale ed economico avrà un senso se, al di la di risultati e vincitori, potrà essere reso pubblico attraverso una mostra ragionata di tutti i progetti partecipanti, per tutta una serie di ragioni.
Intanto per il valore divulgativo e pedagogico che la visione di centinaia di soluzioni progettuali potrà innescare rispetto ai valori ed ai linguaggi dell’architettura contemporanea; poi per l’occasione, per tutti i partecipanti, di confrontare le proprie idee con quelle provenienti da altri ambienti e realtà professionali, con una oggettiva possibilità di crescita della cultura professionale, i cui vantaggi su tutta la società ricadranno; ancora perché il confronto tra le diverse soluzioni ed il riscontro che queste potranno avere rispetto alle decisioni della giuria, potrà dare indicazioni sulla aderenza del cosiddetto pensiero ufficiale alle aspettative della società che godrà di queste realizzazioni; altro ancora.
Sono questi i motivi, ritengo prevalenti riguardo all’aspetto, per così dire commerciale, dell’acquisizione di un incarico professionale, che spingono centinaia di progettisti ad investire il loro tempo ed il loro denaro, nella partecipazione ai concorsi.
Sarà questo confronto che darà la possibilità di commentare, dibattere, perchennò accapigliarsi, sui nuovi modelli urbani con cui costruire la Catania del presente e del prossimo futuro.
E’, evidentemente, una grande scommessa che, se riusciremo a vincerla, potrà contribuire a cambiare non solo il modo di conferimento degli incarichi professionali, giustamente fino ad oggi considerato per lo più riservato agli “amici degli amici”, ma anche , cosa più importante, i parametri di valutazione e le richieste della committenza pubblica e privata nel campo delle scelte architettoniche, finalmente da riallineare ai nuovi modelli di vita , alle nuove tecnologie, alle nuove necessità di compatibilità ambientale, con attenzione a quell’etica del progetto che da queste pagine non ci siamo stancati, né ci stancheremo, di sollecitare.
Attendiamo quindi con ansia la divulgazione di questi progetti, per discutere di architettura, finalmente disegnata e non solo auspicata.