Se confrontiamo l’attuale nostro stile di vita con quello di pochi anni fa, noteremo che abbiamo vissuto in una sorta di rivoluzione perenne sempre più tumultuosa, tanti e tali sono stati e sono i cambiamenti avvenuti. Non sorprende il cambiamento in quanto tale, connaturato alla evoluzione dell’uomo, quanto invece la velocità e l’intensità con cui esso avviene. Cambiamento che ha riguardato il nostro modo di lavorare, la composizione dei nuclei familiari, la tecnologia, l’uso del tempo libero, i problemi della sicurezza e dell’ambiente.
Ora, mentre alcuni settori del mondo produttivo hanno cercato di seguire, dare risposta o, addirittura, anticipare questa evoluzione, non si può dire che, almeno dalle nostre parti, sia sensibilmente cambiato il modo di pensare e realizzare le case che costruiamo.
Un osservatore appena consapevole noterà facilmente che l’edilizia residenziale oggi costruita non è dissimile per forma, materiali, contenuti da quella degli anni del cosiddetto “boom economico”. Tempi in cui ancora la vita delle famiglie era scandita dal riunirsi a tavola a pranzo e cena, il ristorante veniva frequentato occasionalmente ed in particolari ricorrenze, la famiglia media era composta da quattro o più persone, l’omosessualità era nascosta e vissuta come devianza, non esisteva il problema dell’immigrazione e del multietnicismo, il cemento armato nell’edilizia residenziale era considerato una novità ed un valore aggiunto, non si aveva ancora consapevolezza del problema energetico ed ambientale: una media automobile di allora percorreva circa cinque kilometri con un litro di benzina e nessuno se ne lamentava, mentre gli impianti di riscaldamento venivano lasciati accesi tutto il giorno .
Oggi sappiamo che molta parte dei nuclei familiari è costituito da single o da coppie, dato questo in continuo aumento, come pure il tempo trascorso fuori casa, vuoi per lavoro o per svago; al contrario da casa è possibile viaggiare “virtualmente” in un mondo sconfinato ed il costo dell’energia è salito vertiginosamente. Eppure le case proposte dal mercato, negli elementi fondamentali, non sono molto cambiate; non sono quasi mai sfruttate le possibilità dell’elettronica, dei nuovi materiali e delle nuove tecnologie cui, forse, la nostra classe imprenditoriale e tecnica non è preparata e, comunque, non è adeguatamente stimolata né dal mercato, né dalle Leggi.
Anzi, qualche volta, il progettista che pensa con un occhio al futuro e all’innovazione, è considerato uno stravagante od un semplice rompiscatole, mentre altrove l’innovazione progettuale è un valore riconosciuto e ricercato.
Un certo ottimismo però possiamo avere basandoci sulle positive costrizioni rappresentate dall’attuazione protocolli ambientali e sul fatto che, comunque, l’utenza avrà necessità prima o dopo di case rispondenti, in maniera soddisfacente ed economica, alle mutate esigenze; tutto questo inevitabilmente comporterà, sia pure meno velocemente di quanto sarebbe auspicabile, una evoluzione del linguaggio architettonico ed urbanistico del costruito.
D’altronde, come si dice, il futuro è già quì. Basta aprire gli occhi.