Non ho fatto un salto sulla sedia solo perchè ero in piedi, a passeggio con Sek per comprare il giornale e, come sempre, l'ho aperto velocemente per scorrere i titoli. Ho letto quello quì pubblicato, vi invito a farlo anche voi! Il nostro Governatore è ritornato a Catania e, seduto sui gradini della cavea del Teatro Antico, ha cominciato ha immaginare demolizioni, progetti, sventramenti, pareti in vetro -in un'estasi rinnovatrice- alla presenza di Sindaco, Assessori, varia umanità. Mi ha ricordato, lo confesso, le immagini che ogni tanto i TG ci trasmettono dalla Corea del Nord, dove un grassottello dittatore dà indicazioni a generali e ingegneri, piuttosto che ad architetti, ma è stato solo un flash. Non lo hanno toccato, ne tantomeno interessato, le argomentazioni della Direttrice del Polo Museale di Catania nè, ovviamente, quelle del sottoscritto nella sua qualità pro-tempore, tardivamente pubblicate dal quotidiano giusto il 28 scorso, attraverso le quali lo si invitava a maggior responsabilità e prudenza. Dando anche delle indicazioni per giungere ad una soluzione utile, contemporanea , di valore architettonico e urbanistico pari a quella del monumento. Ancor più deludenti, anche se credo in buona fede, le dichiarazioni dell'Assessore Regionale ai Beni Culturali, il quale pensa che basti chiamare una star dell'architettura (che tra l'altro odia essere definita tale) per risolvere la questione. Dimenticando che, nel mondo, la risposta a questi problemi arriva usualmente attraverso il confronto, il sistema concorsuale, dove tutti gli attori, stars e littlestars, ma anche architetti condotti o di base, possono dare il loro contributo e la loro visione. Ahimè, non basteranno cento altri Congressi e cento altri Codici degli Appalti per far cambiar passo a questo Paese. Forse basterà esprimere, da parte di chi ne ha responsabilità, un semplice ma fermo diniego.
Vedi, cara Santa Barbara, quanto c'è bisogno del tuo intervento?