Le indicazioni di Piano a proposito della messa in sicurezza del patrimonio edilizio suscitano reazioni contrastanti. Ad esempio, il mio amico Domenico Podestà eccepisce, credo, un eccessivo interventismo del Senatore che, oltre ad aver tracciato una sua ipotesi strutturata per la messa in sicurezza sismica, ha prodotto il G124 sulle periferie, come pure il piano Blueprint per Genova; il tutto gratis , o almeno così pare. Potrebbe sembrare un fenomeno di concorrenza sleale, le prestazioni gratuite dico, se non parlassimo di Renzo Piano. Che, a guardare bene, è uno dei più importanti architetti mondiali, che realizza opere osannate in tutto il globo terracqueo e che, per questi meriti, è stato nominato senatore a vita.
Io leggo questo interventismo come inquadrato in una sorta di responsabilità politica. Una presa di coscienza che vuol restituire alla società, al suo Paese, esperienza e conoscenza acquisite in lunghi anni in giro per il mondo. Ritornando sempre a casa, come spesso dice l'Architetto. Un modo per essere utile e voler bene all'Italia, dando un contributo, penso disinteressato, agendo nel mondo e con i modi della politica che, ne abbiamo purtroppo esperienza, non sempre ha le idee chiare quando affronta temi complessi come questo.
In fondo è quello che fa anche il sistema ordinistico, il nostro in particolare, quando impegna risorse umane e materiali nell'affrontare gli stessi temi. Ci facciamo carico di un problema e diamo il nostro contributo attraverso pareri, idee, individuazione di soluzioni e modalità operative, spesso inascoltati. Piano, dal suo scranno senatoriale, restituisce al Paese qualcosa di cui ha non contestabile conoscenza e competenza. A ben vedere si tratta di un efficacismo spot a favore del nostro mestiere, senza slogan ma attraverso fatti concreti.