Avrete già letto notizie e post sulla manifestazione delle professioni a sostegno dell'equo compenso di ieri al Teatro Brancaccio.
Una manifestazione ad alta intensità di presenze politiche (a me è sembrata più una passerella) di tutto l'arco parlamentare tutte intente, con varie sfumature e intensità, a rassicurare i professionisti e i loro rappresentanti presenti (ben più di mille persone) sul sostegno alla norma che, sempre ieri, sembra sia stata definitivamente approvata, quindi sarebbe Legge, dal Parlamento. Ora, a parte i ragionamenti documentati e fondati di Sacconi (molto più ampi del semplice equo compenso), Damiano e quello appassionato di Serena Pellegrino, a parte le tesi sostenute da Chiara Gribaudo -che ha confinato nell'ambito dell'inopportunità la presa di posizione da parte dell'Antitrust- e del rappresentante del M5S, solo da poco in Parlamento, mi sono subito chiesto dove fossero stati e a quali dibattiti avessero partecipato -in questi anni- tali autorevoli esponenti.
Si, perchè dal 2006 si sono succeduti provvedimenti vessatori, sempre più pesanti, nei confronti del mondo delle professioni, il disastro, non ultimo l'emigrazione intellettuale, si è sempre più aggravato e alle segnalazioni, agli avvertimenti, ci siamo sempre sentiti invariabilmente rispondere "ce lo chiede l'Europa" oppure, con sufficienza infastidita, "siete una casta di privilegiati". Quindi, forse in Parlamento, nei dibattiti degli anni scorsi, non c'erano quelli che ieri, le loro forze politiche, ci gratificavano con il loro "sostegno"; no, forse c'erano i loro avatar, dotati di autonomia decisionale e di pensiero e che, ieri, sono stati smentiti.
E sì! Tutti i disastri, i danni che ieri sono stati riconosciuti, le professioni prefigurarono sin dall'approvazione delle famigerate "lenzuolate". La penalizzazione dei giovani professionisti, la proletarizzazione delle professioni, la riduzione dei redditi medi professionali, nel lungo periodo la riduzione delle capacità di intervento delle Casse di Previdenza, il fatto che le norme emesse non ce le chiedeva per nulla l'Europa, già nel 2006 le professioni avevano opposto. Tant'è, c'è sempre tempo per convertirsi sulla via di Damasco...
Ieri, dopo undici anni, tutto questo è stato ammesso, oltre che documentato dai dati e dall'evidenza. Ieri il Parlamento ha deliberato!
Ho in premessa usato un condizionale. Non va infatti dimenticato quanto successo un paio d'anni fa con l'approvazione -uno dei tanti- correttivo sugli appalti. Ricordo che ad una Conferenza degli Ordini -a Lampedusa- l'allora Presidente degli Architetti Freyrie entrò raggiante in sala per annuciarci che un provvedimento da noi molto atteso era stato approvato dal Parlamento; per scoprire, il giorno dopo, che nella trascrizione per la pubblicazione in Gazzetta, quello che il Parlamento aveva approvato il giorno prima era stato stravolto nella stesura a cura della burocrazia ministeriale.
Allora non bisogna abbassare la guardia.
Per fortuna oggi i Consigli nazionali sono più attenti (e più coraggiosi), anche capaci di rivolgersi alla Commissione Europea dei Diritti dell'Uomo quando si verificano episodi, come la Sentenza del Consiglio di Stato sui fatti di Catanzaro, che gridano vendetta sul fronte del diritto e, peggio, su quello del buon senso.