Si dice: se vuoi aver successo devi specializzarti, devi essere particolarmente preparato in un settore. Una teoria massimamente applicata nella disciplina medica e che si è spinto ad attuare anche in altri ambiti. Nel mio, quello dell'architettura, è avvenuto lo stesso; abbiamo avuto -abbiamo- gli specialisti in interni, quelli in bioclimatica, gli specialisti delle facciate e quelli dell'energia. Ci sono stati anche quelli particolarmente efficaci nelle "riserve" ( le contestazioni che le imprese fanno ai progetti (mal) fatti dalle pubbliche amministrazioni per recuperare soldi e quelli che , per ventura o scelta, sono diventati particolarmente esperti solo in un determinato ambito della progettazione. Si è detto, si dice, in Inghilterra ci sono le strade degli architetti specializzati: chi progetta controsoffitti, chi infissi, chi bagni ...Insomma, ognuno ritagliato e confinato in un particolare e singolo ambito del sistema "progetto". SI, forse, come è accaduto nell'ambito medico e, in parte, in quello legale, ci sarà un successo economico. Per seguire questa strada si sono inventale -ufficialmente- le figure del paesaggista, del conservatore, del pianificatore...dei senior e degli iunior...Solo che il mestiere dell'architetto non ha solo a che fare con aspetti imprenditoriali; riguarda la vita, la salute , il benessere delle persone affrontato con una visione d'insieme tra il particolare e il generale. Un mestiere e una missione olistici, come dicono quelli bravi.
Il rischio, anzi no, la certezza è che continuando così avremo edifici forse perfetti nelle loro singole componenti ma fallimentari rispetto alla loro funzione primaria, che è quella di rendere migliore la vita delle persone nell'ambiente costruito.