Anni di concertazione, di informazione, di paziente costruzione del consenso avveduto buttati al vento. Con poche mosse questo Governo del cambiamento ha annullato una serie di piccole evoluzioni nel mondo della filiera edile e della progettazione: dall'Ufficio per le progettazioni, alle modifiche al codice appalti, faticosamente conquistate nell'interesse globale e dell'efficienza del sistema - che poi è sviluppo per il Paese, per il mondo del lavoro, per il PIL globale, per la razionalizzazione del sistema- rischiano di diventare, se già non lo sono, carta straccia. Poi c'è la questione delle grandi opere, anche quelle strategiche, stoppate mentre tutte le imprese edili, dalle piccole alle grandi e grandissime, sono in estrema difficoltà! E non basta il contentino, ammesso che sia tale, della flat tax per i piccoli professionisti che, a ben vedere e con l'occhio più lungo, contribuirà solo ad alimentare una guerra tra i poveri e al ribasso. La denuncia, l'ennesima, arriva dal mondo del'Oice. E' inutile ormai sperare nel buon senso; come scrivevo qualche settimana fa, sarà necessario ricorrere all'estrema risorsa. Una protesta seria e articolata, che coinvolga tutta la filiera del progetto, delle rappresentanze ordinistiche e sindacali, dell'Ance e dell'Oice, oltre che di Confindustria che dalla filiera edile ricava un significativo indotto. Perchè il lume della ragionevolezza costoro sembra abbiano perso, se mai l'avessero avuto. Come scrivevo, non abbiamo più tempo.