Certo che lascia l'amaro in bocca. Leggere che una delle più antiche Università italiane sarebbe stata interessata da pratiche illegali fa male, ci lascia svuotati del senso di fiducia che dovremmo avere nelle Istituzioni. Altrettanto fa male vedere come la moda del processo sommario, dove tutti sono colpevoli a prescindere- prima che la Magistratura abbia completato indagini e processi per la verifica puntuale delle responsabilità - dopo tanti casi nei quali alla fine gli esisti non sono stati coerenti con quel che si prefigurava, questa moda non si esaurisce. E' molto facile cavalcare l'onda, sparare titoloni e post che alimentano tensione a prescindere dai fatti che, inevitabilmente, conosciamo solo parzialmente e per estrapolati elementi sommari. Nel caso poi scopriamo, sorprendendoci, quel che da tempo è noto: il sistema di reclutamento del personale docente poco è basato sul merito, molto sull'appartenenza: ad una famiglia, ad una cordata, ad un gruppo di interesse. E' un metodo diffuso e non solo in ambito universitario. E' il metodo della conquista del potere, dove dietro a quel che appare, a volte c'è qualcuno che manovra per raggiungere obbiettivi che nulla hanno a che fare con l'interesse generale. Ed è così generalizzato da diventare fatto di costume prima che illecito. Lo sappiamo, ma vi siamo così abituati da considerarlo normale, tanto da condannare prima del tempo gli altri quando vi incappano non guardando a noi stessi, che magari per assuefazione, più o meno inconsapevolmente, ne siamo parte.