Certi giorni, grazie alla concatenazione di occasioni e eventi, diventano pietre miliari nell’evoluzione di una comunità. Sabato scorso è stato uno di questi, almeno nel campo dello spirito civico della comunità catanese, ricomprendendo in esso l’attenzione alla qualità della città e dell’azione sociale. Sabato il mondo delle professioni tecniche ha dimostrato che esistono, anche nel profondo sud, intelligenze e sensibilità rivolte verso una città più a misura d’uomo.
Nella mattinata il convegno RUV -Rigenerazione Urbana Verde- organizzato dai giovani architetti della provincia sotto l’egida dell’Ordine e della Fondazione provinciali, ha proposto un nuovo modello della città possibile, una città che, partendo dalla sua storia, riesce a rigenerarsi inserendo al suo interno germi di contemporaneità sostenibile. Lo ha fatto mostrando esempi concreti, ancorchè provocatori, di nuovi modelli dell’abitare e del costruire. Lo ha fatto mettendoli anche in discussione, attraverso il confronto con esempi già realizzati in altre parti d’Italia dove amministrazioni sensibili hanno permesso alti livelli di sperimentazione collaborando con la committenza e i progettisti verso l’eccellenza del progetto. E già, perché l’Architettura esiste solo grazie all’azione coerente di tutti questi soggetti, amministrazione, progettisti , committenza, corollario necessario al suo essere. Il confronto ha dimostrato che le nostre classi professionali sono pronte, per capacità e sensibilità, a trasformare la città delle banalità, delle brutture, dell’insostenibilità, nel suo esatto contrario: una città a misura d’uomo, sicura e sostenibile, fondata sulla qualità degli spazi pubblici e degli edifici al contorno , una qualità che nulla ha da invidiare agli esempi italiani e stranieri. Perchè ciò diventi realtà tuttavia questo non basta: occorre superare alcuni arroccamenti, alcune invidie, piccoli o grandi egoismi che altri soggetti mostrano ancora di avere in alcuni settori, e qualche segnale positivo in verità la storia di questi mesi ci mostra. Si tratterà di non mollare la presa e forse gli obbiettivi, interesse di tutti, verranno raggiunti.
In serata un concerto di beneficenza ha voluto raccogliere fondi per la realizzazione di un ambiente ospedaliero oncologico a misura di bambino. Nobile finalità anche questa con protagonista il mondo degli architetti che, attraverso le sue rappresentanze istituzionali, ha promosso l’iniziativa della Onlus “L’albero dei desideri”, in questo supportata anche da vari Club Service, a dimostrazione di una coesione sociale e attenzione ai più deboli che, in fondo, mai ha fatto difetto.
Ci si propone, attraverso quest’attività, appunto di dotare la città di uno spazio ospedaliero dove piccoli pazienti oncologici possano essere curati cercando di farli rimanere bambini, riducendo gli stati d’ansia e di perdita d’identità propri della malattia; lo farà attraverso una consultazione d’architettura a titolo gratuito che possa individuare le migliori soluzioni, spaziali, materiche, cromatiche, funzionali, che possano far stare meglio i piccoli pazienti anche grazie al controllo delle influenze percettive e psicologiche degli spazi in cui saranno curati. Uno spazio a misura d’uomo, e di bambino, nella città che è fatta anche dai luoghi della sofferenza e della speranza.