L’Apocalisse già programmata

Drammatiche immagini ci riversa addosso la Tv; paesi e territori di rara bellezza violentati e distrutti da valanghe d’acqua e fango inarrestabili. E’ successo nel Sud Italia, succede oggi nell’opulento Nord. E poi improvvise implosioni di edifici , patrimonio storico che si sbriciola, terremoti… .

Causa di tutto ciò non è la sfortuna, la disgrazia. La causa và ricercata in ciò che da anni le professioni tecniche, tutte e non solo, denunciano: abbandono della manutenzione del territorio, del controllo e della manutenzione degli edifici e della loro qualità, assenza di pianificazione urbanistica e territoriale per mancanza di attività e per eccesso di burocrazia  che rende infinite le procedure; professioni volute, trasformate in esercizio speculativo e mercantile, strette tra oppressione e sfruttamento. E allora non c’è nulla da meravigliarsi  se poi sembra che la natura, il fato,  ci si rivolti contro e se ogni tanto qualche disastro accade…è stato quasi sempre annunciato e prevedibile.

Vi dò un esempio concreto; una ricerca di Legambiente ci evidenzia che  le scuole, quelle dove mandiamo i nostri figli per prepararli alla vita, rappresentano un grave rischio: di tutte le scuole italiane, solo il 10% è costruito con criteri antisismici, mentre un altro 36% ha bisogno di urgenti lavori di manutenzione. Poi, singolarmente, metà dell’intero patrimonio edilizio scolastico è privo della certificazione di agibilità, vale a dire che non ne è stata accertata la rispondenza alle norme di igiene, sicurezza, accessibilità… e si tratta di edifici pubblici ad uso pubblico. Per non parlare dell’età media degli edifici, il 60% dei quali è stato costruito prima del 1974 mentre solo meno dell’8% risulta costruito negli ultimi vent’anni: immaginate di affrontare un viaggio su un aereo vecchio di trentacinque anni senza che sia stata fatta la manutenzione… Dati naturalmente, purtroppo, molto più significativi nel Sud Italia,  come al solito.

Tutto questo mentre nel resto del mondo, anche quello che consideriamo terzo (forse lo è ma noi stiamo precipitando rapidamente verso il quarto) investe, per restare in argomento, nella qualità degli edifici scolastici e, in genere, nella qualità dell’ambiente. L’Ocse, nel suo ultimo rapporto (Compendium  of Exemplary Educational Facilities 2011) ha selezionato una sessantina di scuole in ventisei Paesi valutate secondo parametri di qualità architettonica. Ne esistono in Cile, India, Burkina Faso, sì nella nera Africa …una sola in Italia, in provincia di Firenze.

Se le scuole piangono, non stanno meglio gli altri edifici pubblici, alcuni dei quali sensibili rispetto alla gestione delle emergenze, oltre che del quotidiano.

Il problema riguarda anche il tessuto edilizio delle città, specie le nostre meridionali, ingessato anche questo tanto dalle Leggi quanto da un’ottusa rigidezza burocratica; pretendiamo di conservarlo immobilizzandolo,  e con questo lo condanniamo a una più o meno lenta agonia e a un rapido degrado fisico e funzionale…Se è vero che gli edifici e i tessuti urbani  sono come un corpo vivo, pulsante, pensiamo a cosa accadrebbe ad un anziano obbligato a non prendersi cura di se stesso… e cosa ne sarebbe di una comunità di anziani a ciò con la forza costretti.

Ma pare vada bene così:  …clamoroso al Cibali,  Catania –Napoli 2 a 1!

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