L’evoluzione di una Società si può misurare anche con la capacità, tra individui e tra questi e le Istituzioni, di stabilire un sistema di rapporti basati sul reciproco rispetto e con la capacità di stabilire un sistema di regole capaci di garantirlo. Uno dei fondamentali è il fatto che lo Stato dovrebbe rappresentare un punto di certezza nella regolazione dei rapporti tra i cittadini e tra questi e lo Stato, appunto.
Questo è stato, dovrebbe esserlo ancora, il fondamento di sviluppo e crescita delle società occidentali. Dico dovrebbe esserlo perché, a giudicare dalla crisi che queste società e queste economie stanno vivendo, l’italiana in particolare, forse non è più così, almeno nei fatti concreti se non dal punto di vista della forma. Basta scorrere i giornali, analizzare quello che accade nella vita pratica di tutti giorni, per vedere che ciò è sempre meno vero, nei fatti grandi come in quelli piccoli.
Per stare alle nostre cose, è notizia recente che il Comune di Acicastello ha deciso, potremmo dire finalmente, di attuare il collegamento stabile tra il suo lungomare e il borgo di Acitrezza, quasi un Ponte sullo Stretto in sedicesimi viste le annose polemiche che hanno riguardato la questione. Si farà, pare, un collegamento pedonale attraverso il parco del Lido dei Ciclopi. Tutto bene quindi? Non proprio visto che alcuni anni fa l’Amministrazione Comunale bandì un concorso nazionale sul tema cui parteciparono decine di studi e architetti e che ebbe un vincitore; quindi la comunità castellese decise, democraticamente, quale soluzione adottare per questo collegamento assumendo, credo, un impegno pubblico. Ora, al di là della condivisione sulla soluzione a suo tempo scelta- io per esempio non la condivisi affatto la ritenni anzi inadeguata e distruttiva del paesaggio- resta l’impegno e il diritto del vincitore a vedere realizzata la sua opera.
L’odierna decisione rappresenta quindi, a mio avviso, il disattendimento tout-court di un impegno pubblico. E quale credibilità, mi chiedo, può avere un sistema se i suoi organi regolatori disattendono gli impegni morali, materiali, che prendono? Il bello è che di questi impegni presi e disattesi ve ne sono tanti esempi, vedi il concorso delle Cinque Piazze botaniche di Catania di cui più nulla sappiamo e quindi, se applicassimo anche a questi esempi il principio del rating, altro che declassamento dovremmo subire, non basterebbe l’espulsione.
Per farne un altro di esempio, Confindustria, invece che pensare all’efficienza delle sue Imprese, vuol risolvere i problemi dell’economia italiana cercando di ammazzare il sistema delle professioni con il fine, neanche tanto celato, di facilmente appropriarsene pagando una ciotola di riso avendolo fatto prima morire d’inedia, e il regolatore d’interessi, lo Stato, mostra ogni tanto la tentazione di ascoltare questa sirena. Che poi questo giovi al sistema Paese o sia giusto è tutto da dimostrare. Quale credibilità può avere un sistema se l’arbitro mostra di voler prendere le parti di uno dei concorrenti?
C’è ne abbastanza, mi pare, per dire che il nostro sistema di rapporti sociali e istituzionali è oramai inefficiente e quindi sarà bene e con urgenza rifondarlo, nelle regole e nelle persone.